MAFIA, MAXIBLITZ IN SICILIA E TOSCANA: 99 FERMI, VOLEVANO RIFONDARE LA ”CUPOLA”

Pubblicato il 15 Dicembre 2008 - 22:34 OLTRE 6 MESI FA

Carabinieri_mafia Un maxi blitz dei carabinieri del comando provinciale di Palermo è in corso in diverse città dell’isola e in Toscana. I militari stanno eseguendo 99 fermi ordinati dai pm della Direzione distrettuale antimafia. Si tratta di capimafia, reggenti di mandamenti e gregari che farebbero parte delle famiglie mafiose, coinvolti da alcuni boss palermitani in un progetto criminale che ha come obiettivo quello di «rifondare Cosa nostra».

L’azione sarebbe stata sostenuta anche dal capomafia trapanese latitante, Matteo Messina Denaro. I fermi sono stati disposti dalla procura a causa del pericolo di fuga degli indagati e per evitare omicidi che sarebbero stati progettati. Per condurre il maxi blitz sono stati impiegati oltre 1.200 carabinieri, e poi elicotteri e unità cinofile.

L’ACCUSA – Secondo l’accusa i capimafia arrestati dai carabinieri stavano ricostituendo la nuova «commissione provinciale» di Cosa nostra. Si tratta dell’organismo con il quale l’organizzazione decide le azioni da compiere e le strategie criminali da adottare. Tutto emerge da intercettazioni ambientali. Alla commissione, in passato guidata da Totò Riina, è toccato il compito di deliberare i fatti di sangue più importanti che sono stati compiuti dalla mafia. Sono centinaia le perquisizioni effettuate dai carabinieri in quasi tutta la provincia di Palermo. Ai 99 indagati, fermati su disposizione della Direzione distrettuale antimafia, vengono contestate le accuse di associazione mafiosa, e a vario titolo anche estorsione, traffico di armi e traffico internazionale di stupefacenti. L’operazione è stata denominata «Perseo», ed è ancora in corso, anche in alcune province della Toscana.

OPERAZIONE PERSEO – L’operazione Perseo, ha stroncato sul nascere i progetti criminali dei boss che avevano ricostituito la «commissione provinciale» di Cosa nostra, di cui non era ancora stato deciso il capo. Alcuni centri della provincia di Palermo si sono svegliati «assediati» dai carabinieri, in particolare Bagheria e Belmonte Mezzagno, così pure alcune zone del capoluogo. Le scene del maxiblitz viste oggi ricordano quelle di vent’anni fa, quando l’allora pool antimafia ordinava retate in seguito alle dichiarazioni dei primi pentiti di mafia. Adesso ad accusare i boss ci sono le intercettazioni. L’inchiesta Perseo è stata coordinata dal procuratore Francesco Messineo e dai sostituti della Dda Maurizio de Lucia, Marzia Sabella, Roberta Buzzolani e Francesco Del Bene. L’indagine dei carabinieri del Reparto operativo di Palermo è durata 9 mesi, insieme ai colleghi del Gruppo di Monreale. Gli investigatori hanno ricostruito i nuovi assetti mafiosi grazie a intercettazioni effettuate nei luoghi in cui i boss si riunivano per discutere affari e nuove strategie.