MEREDITH: 30 ANNI A RUDY GUEDE, SOLLECITO E AMANDA RINVIATI A GIUDIZIO

Pubblicato il 28 Ottobre 2008 - 22:16 OLTRE 6 MESI FA

Guede_rudy Trent’anni a Rudy Guede, che aveva chiesto il giudizio abbreviato, rinvio a giudizio per Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Per loro, il processo in Corte d’assise è fissato per il 4 dicembre. Il gup Paolo Micheli, invece, si è riservato di decidere nelle prossime ore (entro cinque giorni) sulla richiesta di arresti domiciliari per i due (ex) «fidanzatini». «Giustizia è fatta», è stato il commento lapidario della famiglia della povera Meredith Kercher. Giustizia deve essere ancora fatta, in realtà. Perché almeno per Amanda e Raffaele si dovrà aspettare il giudizio della Corte d’assise.

Dopo quasi dodici ore di camera di consiglio, il gup Micheli ha letto la sentenza di condanna di Rudy Guede. Colpevole, Rudy «il baro» del concorso in omicidio di Mez con l’aggravante della violenza sessuale. L’ha assolto invece dal furto, e per questo ha ottenuto i benefici del rito abbreviato: non l’ergastolo ma 30 anni. Per lui, neppure le attenuanti generiche. Rudy dovrà risarcire sette milioni: due milioni di euro ciascuno al padre e alla madre di Meredith, un milione e mezzo alla sorella e altrettanti al fratello

Ma il gup doveva anche pronunciarsi sul rinvio a giudizio degli altri due imputati, Amanda e Raffaele. E nel fissare il processo al 4 dicembre ha confermato tutti i capi d’imputazione, modificando la contestazione del furto in furto in abitazione (300 euro e due carte di credito). Si è riservato invece, sulla richiesta di arresti domiciliari, insomma sulla attenuazione della misura cautelare.

Secondo alcuni, la decisione del gup di fissare il processo in tempi così ravvicinati, il 4 dicembre, potrebbe voler dire che il giudice intende negare gli arresti domiciliari, convinto che saranno rispettati i tempi della custodia cautelare (un anno) e, dunque, che saranno i giudici del primo grado a doversi esprimere. Per altri, invece, la scelta di differire la decisione prelude alla concessione della misura cautelare affievolita, senza che questa scelta possa essere interpretata come un allegerimento delle posizioni processuali di Amanda e Raffaele.

Ieri mattina, prima che il gup si ritirasse in camera di consiglio, i pm Manuela Comodi e Giuliano Mignini, esprimendo parere negativo alla concessione dei domiciliari, avevano annunciato «un’attività integrativa d’indagine». E ribadito il pericolo di fuga sia di Amanda Knox sia di Raffaele Sollecito. Vedremo che cosa deciderà il gup Paolo Micheli.

Aspettando le motivazioni della condanna di Rudy, intanto si può dire che la linea «fratricida» delle difese degli imputati non ha pagato. Anzi è stata sconfessata. Quella di Rudy chiedeva al gup di credere alla versione «sgangherata» di Guede e accusava Amanda e Raffaele di essere i colpevoli dello sgozzamento di Mez. Quella di Sollecito ha accusato esplicitamente il solo Rudy della morte della studentessa inglese mentre quella di Amanda l’ha lasciato intendere. Rudy è stato giudicato un «baro» dal gup Micheli. Non è stata credibile la sua versione fornita a rate.

In attesa delle motivazioni, si può dire che l’impianto accusatorio ha retto, e hanno retto le «prove» scientifiche che, evidentemente, in fase di dibattimento dovranno passare al vaglio di ulteriori verifiche, insomma saranno materia di approfondimento. In particolare, le tracce sul coltello (di Mez e Amanda) e sul gancetto del reggiseno di Mez (solo Raffaele o anche Amanda e Rudy?). Il gup Micheli, dalle fonti di prova ha cancellato quella del testimone albanese (Kokomani), che aveva detto di aver visto la sera prima o la stessa sera del delitto Rudy, Amanda e Raffaele. Poi, in uno dei suoi successivi interrogatori, si era spinto a dire di aver visto Amanda e Raffaele nel luglio del 2007. Un falso.

Con la pronuncia del gup sulla richiesta degli arresti domiciliari di Amanda e Raffaele, si chiude la prima tappa del processo per l’omicidio di Meredith Kercher. Il gup Paolo Micheli ha gestito in contemporanea il giudizio con il rito abbreviato per Rudy, e un’ordinaria udienza preliminare che doveva decidere se processare Amanda e Raffaele. In realtà, con l’integrazione probatoria, si è svolto nei fatti un atipico processo di primo grado. Oggi, però, non si può ancora dire come è stata uccisa Mez.

Insomma, la verità proposta dal pm Mignini non è ancora una verità processuale. Rudy che tenta di violentare Mez tenendola per il polsino della felpa del braccio sinistro, Raffaele che la teneva il braccio destro e Amanda che la sgozza. E’ andata davvero così?