Mps: Fondazione scende al 15% del capitale, incassa 335 milioni

di Domenico Mugnaini (Ansa)
Pubblicato il 19 Marzo 2014 - 06:47 OLTRE 6 MESI FA
Mps: Fondazione scende al 15% del capitale, incassa 335 milioni

Mps: Fondazione scende al 15% del capitale, incassa 335 milioni (foto LaPresse)

(ANSA) – SIENA – Fin dall’apertura, quando la Borsa di Milano stamani era ancora con il segno meno, il titolo di Banca Monte dei Paschi aveva iniziato a correre trascinando poi l’intero listino verso il segno positivo. Un segnale che qualcosa poteva muoversi nella giornata e, infatti, a Borsa chiusa fonti finanziarie hanno confermato che la Fondazione Mps ha ceduto un pacchetto di poco inferiore al 12% (inizialmente in vendita c’era l’8,5%, blocco che sarebbe stato coperto in brevissimo tempo), di quel 29,9% del capitale di Banca Mps ancora ufficialmente nel suo portafoglio, mantenendo così una quota del 15,07%.

Bocche cucite a Palazzo Sansedoni dove persino i telefoni suonano a vuoto. Secondo le stesse fonti che confermerebbero la vendita, le quote sono state offerte con uno sconto del 5% circa rispetto alla chiusura del titolo Mps oggi (18 marzo, ndr)  in Borsa (a 0,246 euro, +2,71). In pratica sono passate di mano 1,4 miliardi di azioni dell’ente, presieduto da Antonella Mansi, prima a circa 0,2337 euro per azione per un valore superiore 327 milioni, poi a 0,239 euro per un valore di circa 335 milioni. Somma, che spiega la Fondazione con una nota serale, verrà “prioritariamente destinata alla totale estinzione del debito residuo nei confronti dei creditori finanziatori”.

Da giorni Mps è uno dei protagonisti sul mercato con un passaggio di mano di titoli che aveva raggiunto il suo massimo tra il 5 e il 6 marzo: in due giorni erano state scambiate azioni pari a circa il 29%. Le voci davano in quei giorni la vendita di un pacchetto da parte della Fondazione. In realtà, a piazzare il 3% del capitale era stata la famiglia Aleotti (scesa così all’1%), anche se l’ente aveva approfittato del rally improvviso piazzando l’1,58% e scendendo per la prima volta sotto il 30%, per un controvalore di 40,5 milioni.

Qualora nelle prossime ore arrivasse la conferma della vendita del 12 ai prezzi di oggi, la Fondazione (che ha in carico il titolo a 0,24 euro) potrebbe quasi dire di aver vinto quella che per molti, il 28 dicembre scorso, era una ‘scommessa’: Mansi disse no all’aumento di capitale a gennaio, come chiesto dai vertici del Monte, con l’obiettivo di salvare parte del patrimonio di Palazzo Sansedoni, facendo sì approvare dai soci l’aumento di capitale da 3 miliardi ma solo dalla seconda metà di maggio.

L’idea era di trovare acquirenti disposti a prendere in carico una grossa fetta del capitale che comunque la Fondazione avrebbe dovuto vendere. Un’operazione che a molti sembrò alquanto rischiosa ma che, letta a distanza di meno di tre mesi, potrebbe consentire alla Fondazione di restare anche con una quota importante nella Banca, sicuramente superiore al 4-5% ipotizzato a settembre, quando si insediarono i nuovi vertici dell’ente. E questo dopo aver saldato pure il debito di 340 milioni contratto con un pool di banche nel 2011, quando i precedenti vertici non avevano che questa soluzione per poter sottoscrivere l’aumento di capitale deciso anche in quell’occasione da Rocca Salimbeni per mettere a posto i conti del Monte andati in rosso dopo l’acquisto di Antonveneta.