ROMA – La sentenza della Corte europea dei diritti umani che impone all’Italia il riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali non vuole dire riconoscimento delle nozze gay, dei matrimoni omosessuali, fra persone dello stesso sesso, avverte Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato:
“Valuteremo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo rivendicando la sovranità del nostro Parlamento, ma ci sembra evidente che non equipari affatto matrimoni tradizionali e matrimoni gay. Si tratterà di regolamentare alcuni diritti, non di stravolgere la nostra Costituzione”.
Nella sentenza resa nota il 21 luglio 2015, la Corte di Strasburgo ha ritenuto che l’Italia
debba introdurre il riconoscimento legale per le coppie dello stesso sesso perché considera che “la protezione legale disponibile attualmente a coppie dello stesso sesso non solo non garantisce i bisogni fondamentali per una coppia che sia in una relazione stabile, ma non dà neanche sufficienti certezze”.