Operazione “Manila”: 116 miliardi di dollari di bond americani falsi sequestrati a Malpensa

Pubblicato il 24 Settembre 2009 - 17:58 OLTRE 6 MESI FA

Perfettamente riprodotti ma con un grande difetto: pur raffigurando titoli di Stato americani anteguerra erano stati stampati con macchinari troppo sofisticati per essere di quel periodo. 116,4 miliardi di dollari per un equivalente di 78.642.400.000 euro in carta straccia che hanno messo nei guai due persone, fratello e sorella di 36 e 31 anni.

La Guardia di Finanza e il Procuratore capo di Busto Arsizio Francesco Dettori hanno resi noti alcuni dettagli dell’operazione “Manila” finora non trapelati nonostante per un mese gli investigatori abbiano lavorato nel massimo riserbo. Tutto ha avuto inizio il 19 agosto quando i finanzieri di Malpensa, nel controllare e pacchi postali provenienti dal Sud-Est asiatico hanno individuato un plico spedito dalle Filippine con destinazione Genova e contenente 207 titoli di credito statunitensi, denominati “Federal Reserve Bond”, ognuno dal valore nominale di 500 milioni di dollari per un totale di 113 milioni.

I primi sospetti sono sorti per il fatto che, a parte le modalità di spedizione, il colore della carta era “troppo vivo” per essere certificati risalenti al 1934 come indicavano. La conferma è arrivata dopo le perizie svolte dalle autorità statunitensi del “U.S. Secret service”, che hanno accertato numerose imperfezioni negli elementi caratterizzanti l’aspetto cartaceo dei titoli, come la presenza di iscrizioni, indicazioni ed effigi mai usate nelle emissioni reali, nonché l’esagerato taglio di gran lunga superiore a quello massimo di 100.000 dollari effettivamente utilizzato dal governo statunitense, che nel 1934 mai aveva immesso obbligazioni sul mercato.

I due fermati dell’operazione “Manila” sono due cittadini filippini fratello e sorella, B.J. 36 anni e M.B.J. 31 anni. «La vicenda ci ha subito colpito» racconta il generale Antonino Maggiore «un importo così spropositato non poteva che far partire le indagini. Abbiamo posto sotto intercettazione alcune utenze telefoniche di Genova, dove era diretto il pacco e abbiamo individuato i due cittadini filippini».

L’uomo filippino fermato è stato poi arrestato: sembra che fosse in procinto di partire per gli Stati Uniti per piazzare i titoli. L’uomo aveva cercato anche di incassare i titoli alla banca d’Italia, senza sapere che le sue mosse erano già sotto osservazione. La sorella invece dopo l’arresto è stata scarcerata dato che la sua posizione nella vicenda è stata giudicata marginale.