Pirati, Somalia/ Nave da guerra francese ne cattura 11. Arrembaggio sfortunato: la avevano scambiata per un mercantile. Intanto i poveri italiani sempre ostaggio

Pubblicato il 4 Maggio 2009 - 10:31 OLTRE 6 MESI FA

Mentre il governo italiano ecelle per il suo distacco olimpico, dieci marinai italiani e altri cinque stranieri, l’equipaggiio del rimorchiatore Buccaneer catturato la vigilia di Pasqua, sono in mano ai pirati. I nostri militari decisero di non intervenire perché dopo il blitz americano per liberare un altro ostaggio loro concittadino sarebbe mancato l’effetto sorpresa. Anche il blitz degli americani era atteso: ma si tratta dei più forti eserciti del mondo, con navi gigantesche al confronto con dei poveracci, anche se armati di mitra e bazooka, su delle lancette da pesca in mezzo all’oceano.

Il risultato è che quei poveracci sono ancora in mano ai pirati. Le chiese del meridione, da dove quei marittimi provengono, sono sempre piene di gente che prega, ed è l’ultima speranza rimasta a quella povera gente, sedotta e abbandontata anche dal presidente della Camera Gianfranco Fini, che ha fatto la sua visitina, clap clap, torneremo e non ha più nemmeno risposto al telefono.

Il ministero degli esteri ha mandato in missione la signora Margherita Boniver, che tutti credevano ormai in pensione, dopo essere stata più volte sottosegretario agli esteri. La qualificazione della Boniver si spiega se si pensa che in passato faceva parte dell'”inner circle” di Bettino Craxi, che aveva eccellenti rapporti, personali politici e di Stato con il precedente establishment somalo del dittatore Siad Barre (quello con la cui caduta osannata tanto dagli avversari di Craxi è cominciato il caos che si imperversa ancor oggi e sempre più). La Boniver risultava partita da qualche settimana ma se ne erano perse le tracce. Si è appreso a cavallo del primo maggio che la Boniver è passata per Nairobi, in Kenia, e finalmente è arivata nella regione somala del Puntland, dove sono i principali covi dei pirati, per finalmente trattare. Lo si saprà solo alla fne della vpericenda, ma il detour può essere servito per rinverdire vecchi contatti e aprire canali di negoziato.

Intanto i pirati, sempre più baldanzosi, spaziano nel mare a distanze che hanno dell’increbibile, spingendosi fino a mille chilometri dalla costa, che vuol dire, rozzamente, la distanza da Genova a Palermo. E lo fanno sempre con delle barchine su cui un normale marinaio della domenica non andrebbe dal Circeo a Ponza.

La cronaca degli ultimi giorni registra un paio di navi catturate.

  • La Almezaan, che trasportava grano e auto usate a Mogadiscio, capitale della Somalia. Bandiera panamense, un equipaggio di 18 indiani. Stran particolare: non hanno ,mandato l’alòlarme se non 18 diconsi 18 ore dopo essere stati catturati e indirizzati sulla  rotta per il villaggio di Harradera, sulla costa somala, dove è uno dei covi.
  • La Ariana, armatore inglese, equipaggio ucraino, un carico di 35 mila tonnellate di soya, catturata nel mare delle Seychelles.

 Ovviamente non tutte le imprese dei pirati riescono bene. A volte ci mette la coda il diavolo, come nel caso degli undici pirati che hanno dato l’arrembaggio a una nave da guerra francese, che li ha catturati. Lo sfortunato attacco è avvenuto a ben mille chilometri, cioè 620 miglia nautiche a est del porto di Mombasa, in Kenya,  in mare aperto, domenica di prima mattina. I piratiu erano ben oorganizzati e in forze: una nave apppiàù grande che faceva da appoggio e due delle solite scialuppe, che si sono avvicinate a tutta velocità alla “Nivose” della marina da guerra francese: vista nelle brume del mattino, sembrava uno dei tanti mercantili che solcano quei mari.

I francesi li aspettavano al varco: hanno calato in mare il loro motoscafo, hanno fatto alzare in volo. I pirati avevano mitra e lancia granate, ma non hanno fatto in tempo a sparare, perché dall’elicottero soo partiti colpi di avvertimento che li hanno gelati. Ora i pirati sono prigionieri a botrdo della Nivose e vengono interrogati. Ore dopo, altri tre pirasti sono stati catturati, sempre dai francesi, nelle acque delle Seychelles.

L’episodio dimostra che i francesi si stanno impegnando attivamente nella caccia ai pirati, rischiando anche qualche impopolarità a casa. La politicva piaciona degli italiani porta al fatto che la nostra bandiera è un segnale implacabile: prendetemi, qualcuno vi pagherà.