RACCOMANDAZIONI OVUNQUE, MA QUI SI ESAGERA

Pubblicato il 30 Luglio 2008 - 07:22 OLTRE 6 MESI FA

di Lucio

Le ragioni del famoso declino italiano? La squallida storia delle ultime intercettazioni ci dà una chiave di lettura fin troppo ovvia. A destra, sinistra e centro, tra laici e cattolici, e ormai da decenni, la «raccomandazione» in Italia è la norma. Al punto che tanti non ci trovano più nulla di strano. Se lo fa il premier – e anche l’opposizione – perché non dovrebbero farlo le persone comuni? Che c’è di male a cercare un «aiutino» per figli, nipoti, parenti, amici, amanti e conoscenti? Questo accade in tutti i settori professionali, non solo per le attricette della Rai. Quel che c’è di male è che dopo 50 anni di questo andazzo, la «squadra Italia» nel settore privato e in quello pubblico è così imbottita di mediocrità raccomandate in posizioni chiave che la competitività del Paese intero è fatalmente indebolita. Se qualche persona capace e non raccomandata riesce a sfondare è soltanto malgrado il sistema. Parole come meritocrazia, etica professionale, onestà sono accolte con un mezzo sorriso, come se appartenessero a un’altra realtà, e chi le pronuncia è considerato un ingenuo, o – illuminante neologismo – un «giustizialista». In qualche settore, come la ricerca scientifica, è possibile emigrare in Paesi più meritocratici. L’ho fatto io e tanti altri come me. Oggi leggiamo con tristezza, ma senza sorpresa, che nel Belpaese certe cose non cambiano mai, non importa chi sia al potere. Cari compatrioti: non è vero che tutto il mondo è paese. La corruzione esiste dovunque, ma in Italia ce n’è troppa, a paragone degli altri Paesi industrializzati. E` diventanta un sistema di vita, non un’aberrazione che va punita quando la si scopre. I corrotti pretendono impunità e s’indignano contro quei pochi che ancora vorrebbero un’Italia pulita. Cambiate sistema una volta per tutte, o rassegnatevi al declino.