Scudo antimissile. La rinuncia di Obama suscita timori nell’Europa centrale e orientale

Pubblicato il 18 Settembre 2009 - 18:28 OLTRE 6 MESI FA

La decisione del presidente degli Stati Uniti Barack Obama di rinunciare allo scudo missilistico in Polonia e nella Repubblica Ceca ha rafforzato nella regione la convinzione che essa non è più al centro dell’attenzione di Washington, sostituita dai problemi in Afghanistan, Pakistan, Iran e Corea del Nord. E per la soluzione di tutti questi problemi la Casa Bianca ha bisogno della Russia, in virtù della sua posizione strategica e del suo potere di veto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Fedeli alleati est-europei come la Polonia e la Repubblica Ceca diventeranno probabilmente più realisti e meno idealisti riguardo alla politica estera statunitense, e meno inclini di appoggiarla praticamente a scatola chiusa. La decisione di Obama non è giunta come una sorpresa dopo i ripetuti segnali dell’amministrazione, ma per le forze politiche favorevoli al progetto si è trattato di una imbarazzante delusione.

«È una svolta decisiva nella politica americana», ha detto Alexandr Vondra, l’ex-vice-primo ministro ceco per gli affari europei, sempre stato favorevole allo scudo missilistico. «Una svolta che non deve indebolire le garanzie di sicurezza nell’Europa centrale e orientale, altrimenti gli Stati Uniti – ha avvertito – potrebbero avere problemi nell’ottenere appoggi in questa regione per missioni extra-europee».

Meno preoccupati sono apparsi i polacchi, principalmente perché, secondo quanto dichiarato dal ministro degli Esteri Rodoslaw Sikorski, gli Stati Uniti non rinunceranno ad installare nel Paese missili Patriot, oltreché missili SM-3 qualora il governo di Varsavia ne facesse richiesta.

La decisione di Obama ha ricevuto il consenso di svariati osservatori, tra cui Josef Braml, esperto di relazioni transatlantiche al Consiglio Tedesco per le Relazioni Estere. «Sia la Repubblica Ceca che la Polonia si rendono conto che l’America può essere pragmatica quando si tratta di raggiungere i suoi obiettivi, ed ora è pronta a trattare con la Russia su argomenti più importanti come l’Iran e soprattutto l’Afghanistan».

Ma non tutti hanno accolto con favore la rinuncia allo scudo missilistico. Slawomir Debski, direttore dell’Istituto per gli Affari Internazionali di Varsavia, ha sottolineato la pessima scelta della data per l’annuncio di Obama, il settantesimo anniversario dell’invasione sovietica della Polonia dopo l’attacco dei Nazisti da occidente. «La scelta di questa data la dice lunga sui funzionari della Casa Bianca che prendono decisioni riguardo all’Europa centrale», ha detto.

Ha rincarato la dose Janusz Reiter, presidente del Centro per le Relazioni Internazionali di Varsavia, secondo il quale «stiamo assistendo a profondi cambiamenti in Europa». Reiter, ex-ambasciatore polacco negli Stati Uniti e in Germania, ha spiegato che la presenza americana in Europa sta diminuendo, mentre aumenta quella della Russia.

Dal Kremlino sulla decisione di Obama non è ancora giunta una reazione ufficiale, ma, prevedibilmente, funzionari governativi hanno espresso soddisfazione. «È come avere un corpo in decomposizione in casa e poi vengono le pompe funebri per portarselo via», ha detto l’ambasciatore russo presso la Nato Dmitry Rogozin. «La rinuncia allo scudo antimissile significa sbarazzarsi di fastidiosi problemi che ci hanno impedito di occuparci di cose più serie», ha aggiunto.

Quanto alla Nato, il segretario generale Anders Fogh Rasmussen si è felicitato per la decisione di Obama, come ha fatto anche il Foreign Office britannico, che in un comunicato ha rilevato che essa «conferma la stretta collaborazione tra gli Stati Uniti e gli alleati della Nato sullo sviluppo dei sistemi missilistici».