Usa. Risarcimento $5,9 milioni a famiglia afroamericano ucciso da agente

Pubblicato il 15 Luglio 2015 - 12:07 OLTRE 6 MESI FA
Il poliziotto soffoca Garner

Il poliziotto soffoca Garner

USA, NEW YORK – Ha scosso l’America il caso di Eric Garner, un afroamericano di 43 anni ucciso dalla stretta al collo troppo forte di un agente di polizia a Staten Island, a New York, contribuendo ad innescare quelle tensioni che – passando per Ferguson e Baltimora – ad oggi continuano a percorrere il Paese mostrando una ferita aperta.

La città di New York ha adesso raggiunto un accordo con la famiglia di Garner, cui andranno 5,9 milioni di dollari di risarcimento.

La richiesta di risarcimento era stata presentata dalla vedova e dalla madre della vittima che avevano lamentato un danno pari a 75 milioni di dollari. E aveva avviato una dura battaglia legale che ha viaggiato fino ad ora parallelamente alla inchiesta federale per far chiarezza sulla morte di Garner, così come altre a vari livelli locali.

Nessuna di loro però è stata ancora definitivamente chiusa e c’è quindi la possibilità che emergano ulteriori dettagli sulla vicenda. C’era pero’ un ultimatum: la famiglia di Garner aveva dato alla città di New York la data del 17 luglio come scadenza, ovvero l’anniversario esatto della morte.

Una data che resterà simbolica non fosse altro per la mobilitazione che l’episodio aveva suscitato. Quello di Garner e’ uno dei primi casi in cui il video registrato con un telefonino da un testimone è risultato determinante. E poi quel grido di dolore – “I can’t breathe”, “Non riesco a respirare” – è diventato il grido di dolore di un intero Paese, era comparso su magliette, veniva scandito in manifestazioni di protesta.

Lo aveva ripetuto Garner per ben 11 volte, quando l’agente che lo aveva fermato sospettando che stesse vendendo sigarette di contrabbando, gli aveva stretto una corda attorno al collo con una procedura proibita dal locale dipartimento di Polizia. Un gran giurì di Staten Island aveva poi deciso di non incriminare il poliziotto, Daniel Pantaleo, dando così il via ad una stagione di proteste che rischia di tornare ad infiammarsi in qualsiasi momento.