Artico, estate 2013 la più calda da 44mila anni: lo rivela il muschio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Gennaio 2014 - 14:47 OLTRE 6 MESI FA
Artico, estate 2013 la più calda da 44mila anni fa: lo rivela il muschio

I ghiacci nell’Artico (Foto LaPresse)

ROMA – L’estate del 2013 è stata la più calda degli ultimi 44mila anni nell’Artico. La scoperta è basata su campioni di muschio rimasti intrappolati nel ghiaccio per migliaia di anni. Ora che il Polo Nord si sta sciogliendo i campioni biologici sono “emersi” nell’isola di Baffin, in Canada, e la datazione al radiocarbonio ha permesso di ricostruire il clima polare. La ricerca è stata condotta dall’università del Colorado e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista Geophysical Research Letters.

Gli esperti hanno raccolto 365 campioni di materiale biologico recentemente venuti allo scoperto in 110 zone diverse lungo un asse di mille chilometri a varie altitudini. Per la maggior parte dei campioni la datazione al radiocarbonio ha indicato un’età di 5mila anni, ma alcuni esemplari di muschio risultano essere stati sepolti dal ghiaccio da 24mila a 44mila anni fa.

Tali esemplari di muschio, spiegano i ricercatori, sarebbero stati distrutti dall’erosione se fossero venuti alla luce in precedenza, e per questo si può dedurre che nell’Artico non è mai stato così caldo da quando questi muschi sono stati sepolti dal ghiaccio. In alcune aree dell’Artico canadese orientale le temperature odierne non sono mai state raggiunte negli ultimi 5mila anni, e in altre aree si deve risalire a 44mila anni fa per trovare un caldo simile.

 

Gifford Miller, dell’università del Colorado, ha spiegato:

“Il grande arco di tempo in cui queste piante sono state sepolte nel ghiaccio, e la loro attuale esposizione, sono la prima prova diretta che il caldo estivo raggiunto oggi nell’Artico canadese orientale supera il picco di calore registrato all’inizio dell’Olocene. Le nostre scoperte sono una prova ulteriore che le emissioni antropiche di gas a effetto serra hanno causato un caldo estivo senza precedenti, ben superiore a quello attribuibile alla variabilità naturale del clima”.