Clima, protocollo di Kyoto: Italia avrà difficoltà a rispettarlo

Pubblicato il 7 Ottobre 2011 - 14:56 OLTRE 6 MESI FA

BRUXELLES, 7 OTT – L’Italia, insieme all’Austria e al Lussemburgo, ”avrà difficoltà” a rispettare gli obiettivi di riduzione di Co2 fissati dal protocollo di Kyoto per il periodo 2008-2012. E’ quanto emerge da un rapporto della Commissione Ue sul rispetto della tabella di marcia.

La commissaria Ue al clima, Connie Hedergaard, ha rilevato che il mancato rispetto degli obiettivi da parte di questi tre paesi non mette a rischio il target europeo, che ”sarà probabilmente superato”.

In una conferenza stampa alla rappresentanza Ue a Roma, Hedegaard ha messo in evidenza che ”tradizionalmente l’Italia non è molto ansiosa di assumere impegni più ambiziosi rispetto a quelli già stabiliti”, sottolineando che ”l’Italia ha un buon orecchio sull’efficienza energetica”.

La commissaria Ue – nella capitale per mettere a punto alcuni aspetti sulla posizione da tenere al vertice Onu sui cambiamenti climatici a Durban in Sud Africa (la Cop17) – chiede che ci sia maggiore ”ambizione” ma che allo stesso tempo tutti gli emettitori di CO2 siano coinvolti: l’Europa – osserva – ”vale l’11% delle emissioni globali. A Durban si pensi anche al restante 89%”.

Per prolungare la vita al protocollo di Kyoto, il ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo ha posto principalmente tre condizioni: scadenza al 2017, impegno anche delle altre economie, e un sistema di controllo e verifica. Su questo aspetto, in sede europea ci sono diverse posizioni, tra chi ritiene che l’Ue possa assumere prendere decisioni unilaterali su Kyoto 2 e chi, come il nostro Paese, invita a considerare l’impegno sul clima efficace solo se accompagnato da un accordo globale (che includa tutti i Paesi, a partire da Cina, Usa, Giappone, Russia, e India).

Dall’incontro di lunedì Hedegaard spera che si esca con ”una conclusione unica” perché ”sarebbe un errore presentarsi a Durban con 27 posizioni. Eppure dall’appuntamento di fine novembre in Sud Africa Hedegaard afferma di non aspettarsi che ”si possa arrivare ad accordi vincolanti”, e che ”forse in un processo politico potremo ottenere qualcosa in più”. Per l’Europa – spiega di fronte alle commissioni riunite Ambiente e Politiche comunitarie a Montecitorio – è importante parlare con voce chiara e forte, ma soprattutto con una voce singola per massimizzare la nostra influenza”.

Hedegaard ha poi incontrato le associazioni ambientaliste. ”Sulle azioni di contrasto ai cambiamenti climatici – osserva Mariagrazia Midulla, responsabile clima del Wwf Italia – l’Italia deve passare dalle parole ai fatti”. Per Legambiente anche se ”il ministro dice sì a Kyoto 2 le condizioni poste suonano come ennesimo ostruzionismo italiano alla politica Ue sul clima”.

In vista della Cop17 – osserva la commissaria – ”l’Europa potrà lavorare a un nuovo periodo di impegni successivo a Kyoto”, per esempio ”di 10 anni per mantenere vivo il Protocollo”, ma ”soltanto a condizione che i grandi emettitori ci seguano”. E – conclude Hedegaard – per l’Europa ”abbiamo elaborato una road map per una economia a basse emissioni di carbonio al 2050” che poggia su clima, sicurezza dell’approvvigionamento energetico, efficienza, innovazione e posti di lavoro ‘verdi’.