Discariche “pericolose” nel Milanese: rischio sanzioni salate da parte dell’Unione Europea

Pubblicato il 28 Ottobre 2010 - 12:24 OLTRE 6 MESI FA

L’Italia non ha rispettato le normative europee sullo smaltimento rifiuti: per questo la Commissione europea ha deciso di rinviare l’Italia davanti alla Corte di giustizia europea per la mancata applicazione di una sentenza del 2004 riguardante tre discariche nei pressi di Milano. L’intenzione è quella di chiedere ”il pagamento di sanzioni pecuniarie”.

”Le suddette discariche – afferma l’esecutivo europeo – contengono rifiuti pericolosi e costituiscono una minaccia per l’aria e le acque locali”. La Commissione sottolinea dunque come ”a distanza di sei anni dalla sentenza della Corte Ue una discarica è stata dismessa, ma le altre due non sono ancora state bonificate”.

Con questa decisione, la Commissione chiede alla Corte di comminare all’Italia sanzioni pecuniarie che consistono in un’ammenda giornaliera di 195.840 euro a decorrere dalla data della seconda sentenza della Corte fino ad avvenuta applicazione della decisione. Inoltre, viene chiesto una somma forfettaria che corrisponde a 21.420 euro per ogni giorno decorso dalla data della prima sentenza della Corte fino alla seconda sentenza della Corte. Se i giudici condannassero l’Italia, accogliendo le ragioni della Commissione, la multa totale risulterebbe molto elevata.

”La maggior parte dei rifiuti nella seconda discarica non è ancora stata rimossa e la bonifica della terza discarica è appena cominciata”, afferma ancora la Commissione Ue, motivando la scelta di deferire l’Italia alla Corte. Le autorità italiane prevedono che i lavori saranno ultimati entro marzo 2011. ”Poiché risulta evidente che la sentenza della Corte non è stata applicata, la Commissione ha deciso di sottoporre di nuovo il caso alla Corte di giustizia europea”, conclude la nota.

La decisione della Commissione si basa sulla direttiva 2006/12 che ”costituisce uno strumento fondamentale di tutela della salute umana e dell’ambiente contro gli effetti negativi della raccolta, del trasporto, dello stoccaggio, del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti”. La direttiva obbliga infatti gli Stati membri ad eliminare i rifiuti senza mettere in pericolo la salute umana e l’ambiente.