Kilimanjaro, il tetto d’Africa senza più ghiaccio

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 3 Novembre 2009 - 11:01| Aggiornato il 2 Agosto 2011 OLTRE 6 MESI FA
kilimanjaro

Cima del Kilimanjaro

Gli scienziati non riescono a mettersi d’accordo sulla percentuale di colpe da attribuire all’umanità, ma su un dato sono tutti concordi: i ghiacci si sciolgono. Velocemente. Troppo velocemente.

Un pool di ricercatori statunitensi, negli ultimi 10 anni, ha monitorato la situazione ghiacci sulla cima del Kilimanjaro, la montagna più alta d’Africa. E la situazione è preoccupante: dal 2000 la cima del monte ha perso il 26% di ghiacci. Una percentuale che sale all’82 se si considera lo scioglimento dal 1912 ad oggi.

Le misurazioni sul monte africano sono state realizzate grazie sia a delle fotografie aeree sia a strumentazione collocata sulla cima. E i risultati indicano chiaramente un ritiro dei ghiacci, in termini di estensione e profondità.

Quello che divide gli scienziati, però, è il ruolo dell’inquinamento prodotto dagli esseri umani sul cambiamento climatico.  Per Lonnie G. Thompson, dell’università dell’Ohio, il surriscaldamento di questi ultimi anni è anomalo e per osservare un fenomeno simile occorre tornare indietro di almeno 11.700 anni. Le responsabilità dell’azione dell’uomo, quindi, sarebbero evidenti.

Drasticamente diverso il parere dell’esperto austriaco George Kaser, secondo cui l’arretramento dei ghiacci sul Kilimanjaro sarebbe dovuto ad una diminuzione dell’umidità dell’aria più che al surriscaldamento del pianeta.

Intanto, però, la cima d’Africa appare sempre meno innevata.