Coldiretti: “La dieta mediterranea è antidoto alla depressione”

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 12 Ottobre 2009 - 08:13| Aggiornato il 2 Agosto 2011 OLTRE 6 MESI FA

dieta mediterranea

Per evitare malumori e ridurre sensibilmente la depressione potrebbe essere sufficiente mangiar bene, attenendosi scrupolosamente ai dettami della dieta mediterranea.

È quanto afferma la Coldiretti nel riferire che i fedeli della dieta mediterranea sono il 30% meno vulnerabili alla depressione rispetto agli altri, secondo uno studio realizzato su oltre 10.000 persone e pubblicato sulla rivista Archives of General Psychiatry (Jama) e realizzato da un team di ricercatori spagnoli dell’Università di Las Palmas (Canarie) e dell’Università di Navarra a Pamplona.

La prima evidenza  “scientifica” della ricerca sarebbe proprio nel  buonumore e nell’allegria che caratterizzano i popoli che abitano il bacino del mediterraneo rispetto a quelli nordici.

«La dieta mediterranea – sottolinea la Coldiretti – si è dimostrata più efficace di altre variabili come numeri dei figli, stile di vita o il carattere ansioso o competitivo, secondo lo studio che è stato condotto per un periodo di ben sei anni».

«Sembra che a svolgere un ruolo positivo importante siano i grassi contenuti nell’olio di oliva che – precisa la Coldiretti – rappresentano una componente fondamentale della dieta mediterranea non presente in altri tipi di stili alimentari».

«L’effetto positivo per l’umore si aggiunge – sottolinea la Coldiretti – a quello per la salute come dimostrano recenti studi pubblicati sul British Medical Journal secondo i quali la dieta mediterranea  riduce del 13% l’incidenza del Parkinson e dell’Alzheimer, del 9% quella per problemi cardiovascolari e del 6% quella del cancro».

«Pane, pasta, frutta, verdura, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari hanno consentito agli italiani – conclude la Coldiretti – di conquistare il record della longevità con una vita media di 78,6 anni per gli uomini e di 84,1 anni per le donne, nettamente superiore alla media europea».