“Alla sofferenza di Wojtyla preferisco Ratzinger”: Massimo Fini su Il Fatto

Pubblicato il 15 Febbraio 2013 - 13:43| Aggiornato il 2 Luglio 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Perché Papa Benedetto XVI si dimette? Travolto dagli scandali della Chiesa? Nasconde complotti all’interno del Vaticano? Niente di tutto questo, semplicemente perché sente il peso della vecchiaia. Massimo Fini su Il Fatto Quotidiano sostiene che Joseph Ratzinger abbia semplicemente preso una decisione come un “uomo normale”: si sentiva vecchio, non riusciva più a sostenere il peso del ruolo, si è dimesso. Fini dice di preferire questa decisione “normale” alla “spettacolarizzazione della sofferenza” applicata invece da Papa Giovanni Paolo II

Scrive Fini: “Le diverse conclusioni dei pontificati di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI fotografano abbastanza esattamente non solo l’abissale distanza fra due personalità, ma anche il modo di intendere il loro magistero. Wojtyla non ha rinunciato a esibire la propria sofferenza, a farne uno show, in linea con un pontificato spettacolare, mediatico (gli “eventi”, i jet, i grandi viaggi transoceanici, la Papa mobile, i “Papa boys”). Ratzinger la propria sofferenza ha preferito tenerla per sé. E si è dimesso”.

“Già dai primi giorni sono circolate tesi complottistiche per le quali il Papa sarebbe stato costretto alle dimissioni. La verità è molto più semplice ed è quella dichiarata dallo stesso Ratzinger: a 86 anni si sentiva vecchio, stanco, inadeguato, gli mancavano le forze per portare il peso del suo altissimo magistero. Scardinando così, tra l’altro, uno dei tanti falsi miti della Modernità per cui l’età non conta e la vecchiaia non esiste. La vecchiaia invece esiste, eccome, per tutti, anche per un Papa. Ratzinger se n’è reso conto e, virilmente, responsabilmente, razionalmente, da buon tedesco, ne ha tratto le conseguenze. Un atto di coraggio e, insieme, di grande umiltà”.