APPALTI, IL SOSPETTO DEI PM: LA MARCIA SU ROMA DI ALFREDO ROMEO

Pubblicato il 18 Dicembre 2008 - 22:48 OLTRE 6 MESI FA

Romeo_alfredo C’è una informativa dei carabinieri nella inchiesta napoletana che ha portato agli arresti dell’altra notte. E racconta la marcia su Roma di Alfredo Romeo: «Felice Laudadio (assessore di Rosa Russo Jervolino, amministrativista, agli arresti domiciliari, ex socialista confluito nel Pd, ndr) viene personalmente coinvolto per intervenire sui suoi omologhi romani. Gli assessori del comune di Roma – con cui è verosimile ritenere che il Romeo intrattenga i medesimi rapporti accertati nella presente indagine – vengono compulsati dal Laudadio affinché si interfaccino con gli amministratori napoletani per perorare la causa Romeo».

Al di là dei termini tecnici e burocratici, le acquisizioni investigative dei carabinieri aprono un nuovo scenario inquietante: «L’associazione a delinquere capeggiata da Alfredo Romeo – sostiene la Procura di Napoli – è anche una struttura in grado di operare fuori dai confini del mero territorio cittadino e provinciale». E’ evidente che si apre un nuovo filone di indagini – se non è già aperto – che porta dritto al cuore del potere capitolino, il Campidoglio. Non è chiaro a quali assessori si riferisca l’informativa dei carabinieri. I magistrati napoletani sono convinti che questa pista sia tutta da coltivare. Di certo, nelle carte napoletane, c’è più di un passaggio che porta a Roma.

E’ vero, Romeo già si era garantito molteplici appalti di manutenzione di immobili di Stato come il Quirinale, il ministero dell’Interno, palazzo Chigi, il ministero dell’Economia e poi l’appalto per la manutenzione di 30 mila alloggi comunali. A questo proposito proprio ieri la giunta Alemanno ha annunciato che ha dato il via ai controlli per verificare la gestione del patrimonio da parte di Romeo, dopo avere, nei giorni scorsi, sospeso l’appalto per la manutenzione della rete viaria della capitale, 800 chilometri di strade. Un affare di 576 milioni di euro per nove anni ottenuto nel 2001 dalla giunta Veltroni. Ecco, di questo appalto si parla nelle intercettazioni telefoniche tra Romeo e il parlamentare del Pd, Renzo Lusetti, che chiamano in causa Francesco Rutelli.

Per uno come Alfredo Romeo, quell’affare era un’occasione troppo ghiotta per vederselo sfumare. Aveva sudato per ottenerlo: assieme al Consorzio Strade sicure, formato da una miriade di società piccole e medie, e con una limitata partecipazione della Vianini, aveva battuto la concorrenza delle Autostrade dei Benetton alleate con gli spagnoli di Abertis e quella di Manutencoop. Poi c’era quella sentenza del Tar che dava ragione a un consorzio di imprese concorrenti, Manital, per un banale vizio di forma, e c’era anche quell’altro ricorso alla Corte di giustizia europea che lo preoccupava, perché il tema sollevato era quello della concorrenza negata a vantaggio di una pratica monopolista.

Non era la prima volta che Romeo doveva vedersela con la giustizia: in vent’anni di carriera che lo aveva visto salire il primo gradino da semplice agente immobiliare, aveva già collezionato il carcere, anche se per pochi giorni, per la Mazzettopoli sotto il Vesuvio, quattro miliardi e duecento milioni di vecchie lire affidati a «Mister Centomila preferenze», Alfredo Vito il doroteo, e da spartire con gli amici degli amici. Poi c’erano stati i «contenziosi» aperti dalla prima giunta Iervolino, 2001, per l’appalto di manutenzione del patrimonio immobiliare, ed una reprimenda della Corte dei Conti perché quel patrimonio immobiliare comunale non fruttava quanto doveva (41% i morosi).

Non solo, ma in questi giorni a Roma si apre l’udienza preliminare che lo vede imputato insieme a un magistrato napoletano per aver tentato di ammorbidire i pm in una storia di irregolarità edilizie. Per una impresa in crescita, che si espande a macchia d’olio in tutto il Paese, che gestisce fette di patrimonio immobiliare di comuni come Milano, Bari, Firenze, che conquista fatturati record – oggi il gruppo Romeo vanta 23 milioni di euro di utili netti all’anno su un fatturato di 129 – la Capitale è una opportunità che non si può perdere: «Romeo, attraverso un disponibile Lusetti e la "garanzia" di Rutelli, cerca contatti con esponenti del Consiglio di Stato e della Corte di Giustizia Europea, all’epoca in cui gli organi di giustizia amministrativa dovevano decidere sul contenzioso».