KARADZIC ESTRADATO ALL’AJA DALLA SERBIA, ACCUSATO DI GENOCIDIO

Pubblicato il 29 Luglio 2008 - 23:08 OLTRE 6 MESI FA

Karadzic_estradizione2 Radovan Karadzic, 63 anni, l’ex capo dei serbi in Bosnia accusato di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità, è detenuto da stamattina al centro di detenzione del Tpi, il Tribunale internazionale per l’ ex Jugoslavia, a Scheveningen, un sobborgo della capitale olandese L’Aja. Karadzic è arrivato in Olanda a bordo di un aereo partito da Belgrado ed è atterrato verso le 06:30 a Rotterdam.

Da qui è stato trasferito al Tpi a bordo di una camionetta nera blindata, accompagnata da un’altra simile di scorta, arrivata alla prigione verso le 07:15. Il Tpi ha confermato l’arrivo dell’imputato eccellente con un comunicato di poche righe. Karadzic è stato trasferito in una cella singola di 15 metri quadrati, provvista di un letto vero, uno scrittoio, una televisione con i programmi in serbo, un bagno e un interfono per poter comunicare con le guardie. Resterà detenuto in attesa dello svolgimento del processo.

Karadzic dovrà sottoporsi a una visita medica e poi comparire in udienza preliminare davanti ai giudici che gli comunicheranno formalmente le accuse di cui è imputato e i suoi diritti. Seguirà la domanda di rito: si dichiara colpevole o innocente? Domanda alla quale Karadzic potrà rispondere entro 30 giorni. L’ex leader dei serbi in Bosnia, ritenuto il mandante politico del massacro di circa 8.000 musulmani dell’enclave di Srebrenica, nell’est della Bosnia, ha già dichiarato che si difenderà da solo. Il centro è dotato di una palestra e di un’area svago, con vari giochi di società. Per i detenuti sono organizzati anche corsi di ceramica, di inglese e di computer.

Nello stesso centro di detenzione, sono rinchiusi altri imputati eccellenti, anche grandi nemici di Karadzic. Il più importante fra questi ultimi è Ante Gotovina, il generale croato accusato di una pulizia etnica contro i serbi. Gotovina é sotto processo dall’11 marzo scorso insieme ad altri due generali, Ivan Cermak e Mladen Markac, tutti e tre accusati dell’eliminazione forzata dei serbi della regione croata della Krajina e della distruzione della loro comunità nell’agosto del 1995. Tra gli amici, Karadzic potrà incontrare Vojislav Seselj, capo della milizia serba di Belgrado.

Tutti protagonisti su fronti opposti del conflitto che ha insanguinato i Balcani negli anni Novanta. Con l’arresto di Karadzic, il 21 luglio scorso, si può ora chiudere un altro capitolo, che viene ora affidato alla giustizia internazionale. All’appello, mancano ancora due grossi nomi: Ratko Mladic, il generale serbo bosniaco, esecutore materiale del massacro di Srebrenica, che deve rispondere di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità; e Goran Hadzic, ex presidente dell’effimera Repubblica serba della Krajina, imputato di crimini di guerra efferati.