M5S, finanziamento ai partiti: “Legge truffa: il trucco dell’inoptato”

Pubblicato il 31 Maggio 2013 - 16:57 OLTRE 6 MESI FA

M5S: "Finanziamento ai partiti, legge truffa. Proteste clamorose"ROMA – Stop al finanziamento pubblico ai partiti, dopo il sì del Consiglio dei ministri il Movimento 5 Stelle annuncia “proteste clamorose” contro quella che definisce una “legge truffa”. I deputati se la prendono con l’inoptato, cioè quel principio, già valido nella dichiarazione dei redditi per l’8 per mille, per cui se il cittadino non esprime alcuna preferenza il suo due per mille finisce comunque ai partiti.

In una nota per commentare il testo uscito dal Cdm il Movimento scrive: “E’ un vittoria morale per il Movimento 5 stelle che ha imposto l’agenda politica al governo, ma è una “legge-truffa”, una presa in giro per i cittadini che continueranno a pagare per far campare i partiti. Di fatto a riempire le casse delle forze politiche saranno sempre gli italiani tramite risorse che saranno sottratte al bilancio dello Stato”.

Nel mirino dei grillini c’è, appunto, l’inoptato: “Di fatto a riempire le casse delle forze politiche saranno sempre gli italiani tramite risorse che saranno sottratte al bilancio dello Stato. Non solo il finanziamento ai partiti non avrà efficacia hic et nunc, come invece previsto dalla proposta di legge a 5 stelle, dato che si spalma su tre anni, ma con la misura sull’inoptato i partiti imporranno una sorta di prelievo forzoso ai contribuenti. Proprio come accade con l‘otto per mille alla Chiesa, infatti, il due per mille non espressamente destinato alle forze politiche sarà comunque distribuito ai partiti, entro una certa quota, in modo proporzionale rispetto alle somme stanziate in via esplicita. Equivale a dire: “o me li dai o li prendo da me”. In questo modo le forze della maggioranza tentano di salvare le penne. Sanno bene, infatti, che se i cittadini potessero decidere in piena libertà, lascerebbero questi partiti a bocca asciutta”, proseguono i deputati M5S. Che annunciano ora “proteste clamorose”.

Replica Gaetano Quagliariello, ministro per le Riforme: il ”tetto c’è” ed è di ”61 milioni di euro”, quindi ”un terzo in meno” del finanziamento attuale, ma solo ”se tutti decidessero di dare soldi ai partiti”.