Berlusconi si offende: il mondo infame non mi vuole

di Elisa D'Alto
Pubblicato il 10 Dicembre 2012 - 20:22 OLTRE 6 MESI FA
Silvio Berlusconi (Foto Lapresse)

ROMA – E’ un Berlusconi col broncio quello che affida a una nota scritta tutto il suo umor nero:  ”Le reazioni eccitate e fuor di luogo di alcuni politici europei e di alcuni quotidiani stranieri alla notizia di un mio impegno rinnovato nella politica italiana risultano offensive non tanto nei miei confronti personali quanto per la libertà di scelta degli italiani”.

Sottinteso: il mondo infame non mi vuole. Non il presidente del Parlamento europeo, quel Martin Schultz che 9 anni fa Berlusconi vide come perfetto kapò in un eventuale film sui nazisti e che oggi gli restituisce pan per focaccia: “Berlusconi è il contrario della stabilità”. E di mezzo, tra lo Shultz di ieri e il Berlusconi di oggi, c’è anche l’amara copertina di Liberation, che sarà anche un quotidiano di sinistra francese, ma ha titolato a tutta pagina: “Il ritorno della mummia” con il faccione di Berlusconi di sfondo. Insomma, passi l’opposizione politica, passi che in Francia non lo amava neanche Sarkozy, ma così è troppo.

La tedesca Bild rincara con: “Torna il bunga bunga”. La Frankfurter Allgemeine Zeitung titola: “La farsa italiana”.

E il Berlusconi offeso, a bocce ferme, il giorno dopo, rilancia con una nota. Il cui contenuto è riassumibile in: “è tutto un complotto”: ”Sarebbe fin troppo facile collegare queste ingerenze, del tutto ingiustificate sul piano della democrazia e del mio impegno in Europa, con l’ennesima manovra speculativa tesa a indebolire le nostre aziende e a renderle facile preda di acquirenti stranieri”. Sarebbe fin troppo facile…ma intanto lo dice, nero su bianco.

Un complotto per indebolire le mie aziende, i mie soldi, il mio punto di forza. Così sintetizza il Berlusconi offeso. Anni fa accusava oscure “consorterie angolofone” dei sobbalzi dello spread. Oggi le consorterie non parlano inglese ma francese e tedesco, eppure il messaggio è chiaro e, più o meno, invariato: il mondo infame non mi vuole.