Mediaset-Berlusconi: tre scenari. Il Pdl farà saltare il governo?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Luglio 2013 - 08:33 OLTRE 6 MESI FA
Mediaset, per Berlusconi tre scenari: interdizione, rinvio, annullamento

Silvio Berlusconi (Foto Lapresse)

ROMA – Interdizione, rinvio o annullamento della sentenza di secondo grado: sono questi i tre scenari tratteggiati sul Corriere della Sera da Luigi Ferrarella al pronunciamento della Corte di Cassazione (fissato ieri per il 30 luglio) sul processo Mediaset, che vede Silvio Berlusconi imputato per frode fiscale. Tre scenari che non interessano certo solo l’imputato, ma che pendono sull’Italia, con le minacce ripetute del Pdl che, compatto, prefigura un addio alla maggioranza in caso di condanna definitiva per Berlusconi. E potrebbe puntare ad un ritorno alle urne prima di ottobre.

In ogni caso, se anche l’interdizione divenisse definitiva spetterà alla Giunta Parlamentare per le immunità votare la decadenza di Berlusconi da senatore e quindi la sua incandidabilità (cioè la sua interdizione) per i successivi cinque anni.

La Suprema Corte dovrà decidere se confermare la condanna a 4 anni e a 5 di interdizione dai pubblici uffici. Ma secondo Ferrarella gli sviluppi possibili sono appunto tre. Scrive il giornalista del Corriere della Sera:

La Cassazione potrà accogliere uno dei molti motivi di ricorso contro la condanna elaborati dall’avvocato Niccolò Ghedini e dal professor Franco Coppi, e in questo caso annullare la sentenza: o senza rinvio, con assoluzione secca e definitiva dell’ex premier, o con rinvio a un altro processo di Appello su specifici punti indicati poi nella motivazione. Oppure la Corte potrà far diventare definitiva la condanna di Berlusconi sia nella reclusione a 4 anni (di cui 3 già cancellati però dall’indulto del 2006) sia nella pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni.

L’unica ipotesi sventata dalla decisione della Cassazione di fissare l’udienza il prossimo 30 luglio è quella della prescrizione. Spiega ancora Ferrarella:

La fissazione al 30 luglio, cioè prima della più vicina fra le possibili date di prescrizione intermedia che la Corte d’Appello di Milano ha segnalato alla Cassazione addirittura in un teorico 1 agosto, elimina ora il rischio di prescrizioni e consegna il giudizio a un esito nitido di assoluzione o condanna. Non è però detto che il verdetto arrivi già il 30 luglio. È possibile infatti che i difensori pongano il problema dei soli 20 giorni di avviso da ieri ad allora, inferiori di 10 giorni al termine ordinario di 30 giorni. Sull’accordo tra le parti la Cassazione potrebbe dunque aggiornare l’udienza di una manciata di giorni, in agosto, comunque cominciando a incardinare un giudizio che in ogni caso arriverà a sentenza prima del 13 o 14 settembre, data più attendibile di prescrizione dell’annualità 2002.

Seppure divenisse definitiva, l’interdizione avrà comunque ancora un’ultima coda, stavolta in Parlamento: spetterà infatti alla Giunta per le immunità prendere atto dell’interdizione e dichiarare, con il voto dei propri componenti, la decadenza di Berlusconi da senatore e la sua incandidabilità per 5 anni. Il Parlamento potrebbe in teoria disattendere la sentenza? Per esempio provando a prospettare che l‘indulto (benché la legge del 2006 non l’abbia contemplato) cancelli anche le pene accessorie per analogia in passato con altri indulti? Non ci sono precedenti, nei pochi casi paragonabili nessuno si è spinto a questa soglia di conflitto tra poteri dello Stato; e nel 2007 lo stesso parlamentare di Forza Italia Cesare Previti, condannato per Imi-Sir, pur dopo un iniziale braccio di ferro anti-interdizione del suo partito, all’ultimo momento scelse di non andare alla conta e preferì anticipare le proprie dimissioni da parlamentare.