De Magistris, “una moneta autonoma per Napoli”. Come la chiamerà? Partenope, giggino, napo orso capo…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Settembre 2018 - 12:48 OLTRE 6 MESI FA
De Magistris, "una moneta autonoma per Napoli". Come la chiamerà? Partenope, giggino, napo orso capo...

De Magistris, “una moneta autonoma per Napoli”. Come la chiamerà? Partenope, giggino, napo orso capo…

ROMA – Il sindaco De Magistris vuole che Napoli disponga di una moneta tutta sua, aggiuntiva all’euro se abbiamo capito bene e se la cosa ha un qualche senso, comunque una divisa valutaria indipendente. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Stampare moneta non è la sola ambizione e nemmeno l’unica sorpresa del consueto editto via Facebook del lunedì mattina: vuole anche costituire Napoli “Città Autonoma” e cancellare, perché non li riconosce, i debiti dal bilancio comunale contratti durante le gestioni commissariali.

Non è chiaro se per questi tre grandi obiettivi basti un tratto di penna, un post su Fb, un’autocertificazione, oppure la presa di Poggioreale o chissà, altre quattro giornate d’insurrezione… Fa notare il cronista de La Stampa un certo uso più che disinvolto e abbastanza stentoreo di maiuscole nella prosa del sindaco: la città è “ribelle al Sistema”, vuole “scrivere la Storia”, anche se resta “ubbidiente ai valori costituzionali”.

Una città equilibrista, non c’è che dire. Nella storia in minuscolo è meno chiaro a cosa servirebbe e quale garanzie (una Banca Napoli Centrale?) offrirebbe un soldo napoletano (gira il nome di “partenope”, ma ne girano di più di falsi). Modelli non ne esistono a parte, forse, qualche anno fa, una moneta catalana da spendere solo nelle periferie di Barcellona, suggestione subito abortita perché quelli volevano staccarsi da Madrid ma restare agganciati all’euro. Anzi no, ci provò pure Bossi negli anni ’90, ma una Lega del valore di mille lire ne costava 1200 per produrla, non se ne fece niente. Separatisti sì, ma fino a un certo punto, diciamo dalle parti del portafogli.

Pare che la nuova moneta alla fine non vada al di là di una riproposizione dei mini-assegni da spendere nel circuito cittadino confidando in prezzi scontati di un dieci per cento per la popolazione bisognosa: si chiamavano “napo”, era il 2012, De Magistris in carica da un anno. Fu un buco nell’acqua. Sembra però che Giggino (“quanto costa o’ cafè? due giggini”, non suona male) faccia di tutto per costringere gli osservatori a dargli del Masaniello. Quello vero, però, avrebbe stampato moneta e ripagato i debiti con quella, vuoi mettere?