“Disoccupazione italiana al 60%”: così ci vedono gli inglesi alla Bbc. A furia di parlar male di noi…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Febbraio 2018 - 14:25 OLTRE 6 MESI FA
Sulla Bbc si parla di Brexit: disoccupazione italiana al 60%. Boom

“Disoccupazione italiana al 60%”: così ci vedono gli inglesi alla Bbc. Così difendono la Brexit

ROMA – In Italia facciamo di tutto per auto-rappresentarci come astuti volponi e gli immacolati olandesi ci scippano la nuova sede dell’Agenzia del Farmaco – regalo inaspettato della Brexit – col più classico del gioco delle tre carte. A furia di sparare cifre a caso su occupazione e inattivi (tipo che un giovane su due non lavora senza scorporare il dato di chi studia dalle medie superiori fino ai master) l’opinione pubblica europea si fa un’idea apocalittica delle condizioni del mercato del lavoro nazionale.

Un esempio ci viene dalla “mitica” Bbc inglese (l’esterofilia acritica è la faccia presentabile del provincialismo). Durante il seguitissimo programma di approfondimento politico Question Time, dal pubblico si è alzato un gentleman per rimbrottare la deputata laburista che metteva in guardia sui rischi della Brexit, il “tempo corre” diceva,  insistendo sul ritardo del governo May a presentare un piano definitivo sul negoziato con la Ue.

Il gentleman, “brexiter” entusiasta e non pentito, ha ribattuto che il tempo corre semmai per l’Unione: e cioè per gli agricoltori francesi, i costruttori di auto tedeschi e, qui viene il bello, per l’Italia. Italia che ha, sostiene il gentleman, un debito pubblico che al confronto il debito inglese è quello di un villaggio-giocattolo e, udite, udite, ha un tasso di disoccupazione al 60%. Boom. Non un politico in studio, non un giornalista si è preso la briga di dire al gentleman che sbagliava del 500% (la disoccupazione italiana preoccupa, ma è al 10,8%, ultima rilevazione). Anzi, i giornali conservatori ci hanno fatto un titolo e un motivo di orgoglio.

Se poi volessimo indagare sulle magnifiche sorti e progressive di una hard Brexit, è vero, i tedeschi venderanno meno auto, i francesi meno latte e gli italiani meno pasta e parmigiano, ma i britannici che negli ultimi 40 anni hanno abbandonato l’industria per la finanza, non producendo in casa più niente riempiranno gli scaffali dei supermercati con cosa?

Col manzo americano gonfio di estrogeni (non varrà più il principio di precauzione Ue, se una cosa fa male te ne accorgi all’ospedale), col pollo lavato con il cloro, con le scatolette perché la buona verdura europea costerà come il caviale. E gli operai inglesi orgogliosi custodi della propria sovranità con quali salari ci andranno al supermarket? Quelli che risulteranno dagli accordi ultra-liberisti tra Usa e Gb, più bassi, su questo ci si può scommettere. “La Gran Bretagna dopo la Brexit non sarà come il mondo di Mad Max”, rassicura il ministro alla Brexit David Davis. No, infatti non ci sarà nessun Mel Gibson a salvarli. E’ australiano.