Fiat, bonus produttività: Marchionne scopre l’acqua calda. I giornali ci cascano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Aprile 2015 - 14:09 OLTRE 6 MESI FA
Fiat, bonus produttività: Marchionne scopre l'acqua calda. I giornali ci cascano

Fiat, bonus produttività: Marchionne scopre l’acqua calda. I giornali ci cascano

ROMA – Fiat, bonus produttività: Marchionne scopre l’acqua calda. I giornali ci cascano. “Nuovo sistema retributivo”, “fine di un’era salariale”, “cambio di passo”: l’annuncio di Sergio Marchionne dei 600 milioni di euro che FCA impegnerà per distribuire a tutti i dipendenti (quasi tutti) bonus legati alla produttività è stato accolto come una novità assoluta, un calcio alle relazioni sindacali versione Landini, campione del modello “stagnante basato su sterili contrapposizioni tra capitale e lavoro”.

“Quei giorni sono finalmente finiti” declama Marchionne tra gli applausi. Federico Bellono, segretario della Fiom di Torino, che non a caso non sarà fra i firmatari del nuovo contratto, è il solo ad affacciare timidamente una piccola riserva: “Non riesco a entusiasmarmi, è dal ’93 che esistono i premi di risultato, ma sul versante salariale in Fiat, oggi Fca, è tutto fermo da dieci anni. Lo schema di Marchionne, a differenza di quanto avviene nel settore metalmeccanico, non contempla aumenti salariali in busta paga”.

Davvero irriconoscente, accusa Marchionne di aver scoperto l’acqua calda. Vale la pena ricordare il Protocollo del 23 luglio 1993 che riformò la struttura contrattuale (leggi qui)?  Il meccanismo di premio di risultato non dovrebbe essere una novità per chi si occupa di contrattazione. E non stiamo di certo parlando di “mitbestimmung”, il sistema di cogestione tedesco, sistema talmente avanzato e produttivo che infatti trova l’opposizione di Marchionne e della Confindustria (a dispetto anche degli indirizzi costituzionali).  In Electrolux nel 1992 c’era già una forma di qualità partecipata e retribuita, la stessa esecrabile Fiom ha sottoscritto accordi interessanti in questo senso con Ducati.

Quanto ai contenuti: un operaio specializzato potrà avere aumenti in busta paga di 1.400, 1.900 o 330 euro l’anno nei prossimi tre anni, a seconda di come andrà l’azienda. Aumento medio di 1400 euro, di 1900 se il risultato è superiore alle attese, 330 euro in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi.

Il problema, a questo punto, è sapere cosa resta della rivoluzione Marchionne se non si raggiungono gli obiettivi: perché verso l’alto tu poi alzare l’asticella quanto vuoi, ma verso il basso l’asticella è fissata su un minimo garantito di praticamente 30 euro al mese. Fine di un’epoca salariale?