Marino dimissioni. Fregati Renzi, Pd e coop. M5S esulta

di Omero Fuggiguerra
Pubblicato il 8 Ottobre 2015 - 14:40 OLTRE 6 MESI FA
Marino dimissioni. Fregati Renzi, Pd e coop. M5S esulta

Marino dimissioni. Fregati Renzi, Pd e coop. M5S esulta

ROMA – Ignazio Marino sta per cedere, sta per dimettersi. La spina, più che Renzi e il Pd, l’ha staccata lui stesso, un po’ alla volta nel tragitto che porta dalla Panda rossa alle cene ufficiali smentite dai presunti ospiti. Ma adesso, appunto, viene il bello, cioè il vero disastro. Dimettendosi, in un sol colpo Marino frega Renzi che se l’è ritrovato tra capo e collo ma non lo ha mai sfiduciato, il riluttante Pd che pure lo ha candidato, le cooperative che a dispetto di Mafia Capitale stavano per mettere le mani su altri appalti e pezzi di raccolta rifiuti in via di privatizzazione.

Dice Marino che tutto questo accerchiamento, l’aggressione ai suoi danni da destra, sinistra e centro  – cominciata è vero non appena è stato eletto – c’è stata perché la sua amministrazione pesta piedi importanti, interessi poco edificanti ma consolidati. E’ vero semmai il contrario: andandosene, esponendo la città al rischio (dipende dai punti di vista) di un sindaco grillino, condanna il Pd nelle sue articolazioni istituzionali e commerciali all’irrilevanza nel potere della capitale d’Italia.

Matteo Orfini, il presidente del pd, si lamenta che lui si occupa di politica, non di scontrini: passata la bufera chi lo riconoscerà ancora tra le macerie del Campidoglio? Renzi minacciava con i suoi che sarebbe andato a dire in Tv qualcosa come – citiamo il Messaggero – “Marino non ha nulla a che spartire con il Pd. Né cacicco, né capo locale, né rais capitolino: nulla”. Avrebbe anche detto che marino l’ha votato lo Spirito Santo?

Con Roma Renzi ha solo da perdere, “una saga che si sta trasformando in sabbie mobili per Matteo Renzi. È come se il racconto di quel che accade a Roma e a Ignazio Marino, sfilasse la tela che il premier sta faticosamente tessendo nel raccontare il suo Governo, il suo Pd, la capacità di decidere e di andare avanti. A Roma invece si torna sempre al punto di partenza”. (Lina Palmerini, Il Sole 24 Ore).