Don Nuccio Cannizzaro e ‘ndrangheta, reato prescritto. Parrocchiani in festa VIDEO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Luglio 2014 - 12:47 OLTRE 6 MESI FA
"Don Cannizzaro favorì 'ndragheta". Reato prescritto, parrocchiani in festa

“Don Cannizzaro favorì ‘ndragheta”. Reato prescritto, parrocchiani in festa

REGGIO CALABRIA – Don Nuccio Cannizzaro è il sacerdote accusato in un processo di ‘ndrangheta e assolto. Un’assoluzione che la parrocchia di Condera, a Reggio Calabria, ha festeggiato con caroselli, campane e fuochi d’artificio. “Resta l’intreccio perverso che condiziona la vita di troppi”, dice l’associazione antimafia Libera.

Giuseppe Baldessarro scrive su Repubblica:

“Per il tribunale l’accusa rivolta a don Nuccio Cannizzaro, per aver dichiarato il falso a a vantaggio del presunto boss Santo Crucitti è prescritto, il prete non può essere punito. Ieri a Condera, quartiere della periferia nord di Reggio Calabria, in tanti hanno avuto ragione di festeggiare la sentenza. Infatti il processo “Raccordo-Sistema” – con alla sbarra oltre che il parroco anche presunti boss e affiliati della ‘ndrangheta – è praticamente crollato nella sua interezza.

Caduta l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, automaticamente sono piovute le assoluzioni per gran parte degli imputati. E non essendo stato riconosciuti i reati di mafia si è sciolta anche l’aggravante del favoreggiamento contestata a don Nuccio. Da qui la prescrizione del reato per il parroco. Troppo il tempo è trascorso tra il momento in cui il religioso avrebbe reso le false dichiarazioni e i tempi con cui la giustizia reggina ha incardinato il processo per giudicarlo”.

Assolto così anche il presunto Boss Crucitti. Sentenze che però lasciano perplessi i referenti di Libera, Mimmo Nasone e Francesco Spanò,

“che hanno seguito il processo attraverso Tiberio Bentivoglio, il commerciante che ha accusato in aula sia il prete che gli altri imputati. Scrivono infatti: “Libera, grazie soprattutto alla testimonianza di nostri concittadini onesti e dignitosi, ha denunciato alla città, ben prima che tali fatti entrassero nelle aule di tribunale, l’intreccio opaco e perverso che ha condizionato per troppo tempo la vita del quartiere reggino di Condera”. Aggiungendo: “Il dibattimento che si è appena concluso ci ha consentito, peraltro, di apprendere in quanti modi persone di potere scelgano consapevolmente di inchinarsi agli uomini della ‘ndrangheta”.

Bentivoglio dopo aver denunciato ed essere scampato ad un agguato è rimasto isolato e Libera ribadisce che la responsabilità è anche del parroco:

“le responsabilità di chi riveste ruoli pubblici (il riferimento è al parroco, ndr) non possano esaurirsi nelle aule di giustizia e, soprattutto, non cadano mai in prescrizione. I reggini e i calabresi devono imparare ad aver sete di verità e di giustizia scegliendo, concretamente, di condividere l’impegno e la sofferenza di chi continua a pagare per aver denunziato la ‘ndrangheta”.

Il video di Repubblica.tv: