Dario Argento: “Se faccio cinema è grazie a Freud”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Agosto 2014 - 14:21 OLTRE 6 MESI FA
Dario Argento: "Se faccio cinema è grazie a Freud"

Dario Argento: “Se faccio cinema è grazie a Freud”

ROMA – “Se faccio cinema è grazie a Freud” dice Dario Argento da Locarno dove si trova come ospite privilegiato della retrospettiva Titanus: ““E’ una predisposizione dell’animo. Io racconto il mio lato oscuro e, rispetto ad altri, ho il privilegio di avere un buon dialogo con questa parte di me. Questo mi permette di poter raccontare storie così terribili senza che ciò mi turbi. Una delle mie paure riguarda l’idea che raccontare queste cose spaventose era come possedere un mostruoso vaso di Pandora e temevo un giorno il vaso si sarebbe rotto. Per fortuna non è successo, il vaso è infrangibile e le mostruosità restano all’interno. Di questo sono molto felice. Sono un grande estimatore di Freud. Vado spesso alla Viennale e ogni volta mi reco a visitare la sua casa. Le sue teorie sul subconscio sono meravigliose. Se faccio cinema è grazie a Freud“.

Il festival di Locarno ha scelto di proiettare L’uccello dalle piume di cristallo, l’esordio alla regia di Dario Argento:

“A me piaceva molto il mio lavoro solitario, scrivere chiuso nella mia stanza e sognare. Poi mi è venuta la cattiva idea di scrivere un film, L’uccello dalle piume di cristallo. Mentre lo scrivevo capivo che aveva qualcosa di diverso da tutte le altre pellicole e così ho deciso di provare a dirigerlo io stesso. All’epoca lavoravo con Titanus e Goffredo Lombardo ha avuto subito fiducia in me. Conoscevo bene il cinema perché avevo fatto il critico per molti anni, ma non avevo una grande esperienza di set e non avevo dimestichezza con la macchina da presa anche se ne capivo l’importanza”.

E ancora: “Sono stato uno dei primi a usare uno storyboard perché l’avevo mutuato dagli americani e ho girato il film in poco tempo. Non è il solito giallo, ma è qualcosa a metà tra il sogno e l’incubo. Quando Lombardo lo vide, lui che era mio amico diventò mio nemico perché non gli piaceva per niente. In un primo momento il film non andò bene, ma poi, pian piano, ebbe un boom incredibile in Italia e all’estero. Fu in vetta al box office americano per ben due settimane, un evento eccezionale per un film italiano. Anche Lombardo, a quel punto, decise di appoggiare il film e me ne fece fare un altro. Dopo il mio esordio, la critica si schierò contro di me per varie ragioni, per la mia provenienza politica, perché ero un critico che faceva cinema di genere. Per fortuna, visto il sostegno che avevo all’estero, anche gli italiani pian piano hanno cambiato idea. Ancora oggi, alle proiezioni dei miei vecchi film il pubblico è molto giovane. Io faccio i film, poi passano gli anni, ma le nuove generazioni tornano a vedere i miei lavori. C’è qualcosa che li attira, forse sarà la mia sincerità totale”.

“Io guardavo tantissimi film – conclude Dario Argento – e anche Tarantino è un grande cinefilo. Mia madre faceva la fotografa di scena e si occupava principalmente di volti femminili, così io stavo a contatto con le attrici. Loro si spogliavano tranquillamente davanti a me nei camerini e non si rendevano conto di provocare i miei primi turbamenti. I racconti della mia vita, dalla mia infanzia a oggi, sono raccolti nella mia autobiografia che uscirà a ottobre. Ho voluto essere sincero. Di me si è parlato molto, molte cose sono state già dette, ma scoprirete anche cose inedite”