Michael Moore a Venezia: “Spero che il mio film sproni le coscienze a cambiare”

Pubblicato il 6 Settembre 2009 - 15:20 OLTRE 6 MESI FA

Michael Moore mostra al Festival del Cinema di Venezia il suo lato più rivoluzionario. Parlando del suo nuovo film in concorso, “A love story”, il regista, premio Oscar di “Bowling a Columbine” e “Farenheit 911”, ha detto: «spero che questo film inciti le coscienze degli americani verso il cambiamento. Siamo già a buon punto».

«Se mi avessero chiesto quattro anni fa se un afroamericano sarebbe mai diventato presidente degli Stati Uniti, avrei detto di no – provoca Moore – Ma in fondo penso che non ci aspettava neanche che il Muro di Berlino crollasse, o che Mandela uscisse dal carcere e diventasse presidente del Sudafrica. Sono fiducioso che, vista l’attuale situazione finanziaria dell’America, la gente scenderà nelle strade a protestare per una vera democrazia, non solo elettorale».

«Non capisco perchè si invochi a gran voce il diritto al voto – osserva il regista americano – mentre poi, quando si parla di economia o di posti di lavoro, si accettano le peggiori nefandezze. È lì che dobbiamo agire, è in questi ambiti che il cittadino deve diventare vigile e militante, contro i soprusi delle multinazionali».

«Ho girato questo film come se fosse l’ultimo della mia carriera – spiega Moore – spero che riesca a scuotere le coscienze ma anche ad intrattenere. In fondo sono un regista, e non un politico, spero sempre che il mio pubblico si diverta con i miei film, e poi anche che impari qualcosa. Sarei felice che il mio messaggio arrivasse anche al di fuori degli Usa, specialmente in quegli stati che si ispirano al nostro sistema economico, come qui in Italia dove al capo del governo c’è un personaggio dai tratti conservatori come Silvio Berlusconi».