Sin City 2, il film di Robert Rodriguez in Italia il 1 ottobre

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Agosto 2014 - 13:30 OLTRE 6 MESI FA

La locandina di Sin City 2ROMA – Robert Rodriguez, 46 anni, regista texano di culto nel mondo del pulp (“Dal tramonto all’alba”,  “Machete” solo per citare due titolo) torna con il sequel di Sin City.

Si City 2 uscirà negli Usa il 22 agosto e in Italia il primo ottobre.


Finalmente il sequel di Sin City. Farà contenta una larga schiera di cultori. 

“Il sogno diventa di nuovo realtà. Già fu così, per me, per il primo Sin City. Le pagine del fumetto che più avevo letto e amato vent’anni prima, le ho viste prendere vita sullo schermo. In questi anni in tantissimi mi hanno chiesto quando avrei fatto un sequel. È una sensazione speciale, sono passati quasi dieci anni eppure il film è rimasto nel cuore del pubblico”.

Il nuovo film però avrà un valore aggiunto, il 3D.
“È una tecnologia che si sposa bene con lo stile di Frank Miller, così asciutto, con quei contrasti forti del bianco e nero, a volte grafico fino all’astrazione. Credo che il 3D ci abbia dato la possibilità di rispettare, e valorizzare ancora di più la sua arte”.

La fedeltà del pubblico, ma anche quella degli attori: il cast è praticamente lo stesso.
“È una cosa che mi rende molto felice, tutti i grandi attori che avevano lavorato nel film precedente hanno accettato di lavorare a questo, nonostante il budget fosse molto, molto limitato. Jessica Alba, Bruce Willis, Clive Owen, Mickey Rourke, Rosario Dawson… Sono tornati tutti. Ma ci sono anche molte new entry, da Lady Gaga a Cristopher Lloyd, Joseph Gordon-Levitt, Josh Brolin e tanti altri. Vi garantisco che sarà un film strano, ancora più strano del primo”.

Sul set ha fatto in modo che, nelle pause di lavoro, anche gli attori potessero dare sfogo alla loro creatività.
“Quando giro, non metto mai pressione agli attori su cosa fare e in che modo, anzi, mi preoccupo di mantenere un mood creativo. Con la musica, ad esempio. Nel caso di Sin City 2 – Una donna per cui uccidere ho deciso di mettere loro a disposizione uno spazio per dipingere. Così, quando dicevo “stop”, invece che chiudersi nelle roulotte attori e tecnici potevano sfogarsi con tele e colori. Funziona. Ora ho un sacco di quadri di artisti d’eccezione, Lady Gaga a Bruce Willis, Josh Brolin, Jessica Alba…”.

Perché ha sentito l’esigenza di creare un canale tv come El Rey?
“C’è poco, nel panorama mainstream, che rappresenti gli ispanici, parliamo di una fetta importante della popolazione, il 17%. Eppure, in tv e a Hollywood lavora solo un misero 2% di ispanici. Voglio che El Rey sia lo specchio della mia nazione, che dia voce a chi non ce l’ha. E poi ho tante idee e tanti amici pieni d’idee ed ero stufo di dover fare battaglie con i network per ottenere di fare quel che mi piace. Voglio intrattenere ma sperimentare, anche, e ora posso farlo nel mio canale, posso interagire con gli spettatori e crescere con a loro. È solo un altro modo di essere creativo. Siamo partner con Time Warner, vuol dire quaranta milioni di case. Certo, non tutti quei quaranta milioni ci guardano ma la distribuzione capillare è importante. Tra i miei fan c’è Tarantino, mi dice sempre che è il suo canale preferito, non riesce a staccarsene, come una droga”.

I vostri gusti si sposano alla perfezione.
“Le due serie che ho lanciato sul canale rispecchiano pienamente i miei interessi. Quanto a From dusk till dawn: the series, la dovevo fare anche per Quentin. La sua sceneggiatura era molto più ricca di quello che avevo messo io nel film del ’96, parlava di mitologia Maya e Atzeca, io ne ho lasciato solo qualche traccia, tipo il serpente di Salma Hayek o la piramide. Ora finalmente posso dare sfogo a tutta la sua follia. Ed è già confermata una seconda stagione. Con Matador invece sono tornato all’amore per le spie ispaniche, le adoro, come si è visto in Spy Kids, e volevo riproporle in un altro modo. E ci ho messo pure il calcio. Tutto si tiene bene, lo sceneggiatore, Roberto Orci, ha una cifra visionaria e divertente. Anche di Matador faremo luna seconda stagione”.

Lei è un appassionato di calcio?
“In verità sono sempre stato un patito del basket. Mi sono avvicinato al calcio proprio con Matador. Ma a quanto pare, non abbastanza: durante i Mondiali non ho tifato per nessuno”.