Notre-Dame. E se succedesse al Duomo di Milano? “Qui c’è più marmo. Il Coro, l’Organo, però…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Aprile 2019 - 14:04 OLTRE 6 MESI FA
Notre-Dame. E se succedesse al Duomo di Milano? "Qui c'è più marmo. Il Coro, l'Organo, però..."

Notre-Dame. E se succedesse al Duomo di Milano? “Qui c’è più marmo. Il Coro, l’Organo, però…”

ROMA – Il Duomo di Milano non corre gli stessi rischi della cattedrale di Notre Dame, devastata ieri da un incendio, secondo l’arcivescovo del capoluogo lombardo, Mario Delpini. “Il Duomo di Milano è costruito in un’altra maniera – ha risposto a margine del ricordo dei martiri della Resistenza -, non mi pare che ci siano rischi di questo genere. Credo che tocchi agli ingegneri e agli addetti alla prevenzione vedere le cose che succedono, ma non mi pare che ci siano rischi di questo genere a Milano”.

Una piccola rassicurazione, dunque, perché in tanti si sono fatti la domanda, e se succedesse anche alla cattedrale simbolo di Milano? Ingegneri ed esperti sembrano concordare – ma nessuno di loro ha la palla di vetro – con l’arcivescovo. Francesco Canali, direttore dei cantieri della Veneranda Fabbrica del Duomo, ha spiegato a Repubblica le differenze tra i due edifici: “Notre-Dame ha una quantità di legno che è l’equivalente di 21 ettari di bosco, legno anche molto stagionato, visto che in parte era ancora quello originale della costruzione. Tutte le strutture (del Duomo, ndr.) sono in marmo, laterizi e anche le coperture a volta sono in muratura”.

Tuttavia, sebbene in misura largamente inferiore, non manca il legno che come abbiamo visto può essere esposto all’insidia del fuoco: rischio calcolato, per questo particolare attenzione è stata dedicata al Coro, l’Organo, la Sacrestia con i quadroni di San Carlo e della Croce.

“Per questo in tutte le zone a rischio abbiamo impianti di rilevazione automatica dell’incendio – gli ultimi sono stati realizzati due anni fa – e nelle zone più critiche, dove ci sono i quadri elettrici, anche un impianto di spegnimento automatico, con sistemi differenziati a seconda delle zone, quindi con acqua dove c’è presenza di persone o con Co2 in altre”, conclude il direttore Canali. (fonte La Repubblica)