ROMA – Il tonno in scatola è un alimento altamente nutritivo, ma spesso non rispetta gli standard richiesti per quanto riguarda la pesca.
Molte case produttrici, infatti, ricorrono spesso alla pesca con le reti anziché con la canna, e a farne le spese sono anche i tonni più giovani: così facendo si impedisce il ripopolamento della specie.
Per tutelare le specie marine, Greenpeace Francia ha stilato una lista, riportata da You-ng, delle marche di tonno in scatola che non rispettano le regole.
Solo il 4% delle marche analizzate rispettano pienamente gli standard. Le principali marche sotto accusa sono francesi: si tratta di Petit Naivre e Saupiquet. Leggermente meglio fanno i grandi marchi come Carrefour e Auchan. Chi invece rispetta meglio gli standard, secondo Greenpeace, è As do Mar.
Male anche Bolton Alimentari, proprietario del marchio Riomare, che aveva promesso entro il 2013 di avere solo tonno sostenibile pescato a canna o senza FAD nel 45% dei propri prodotti.
In Italia solo il 6% dei prodotti Riomare trovati nei nostri supermercati conteneva tonno pescato a canna. Se questa è la “qualità responsabile” di Bolton si conferma il nostro timore che un impegno poco chiaro, come quello preso sul cento per cento della propria produzione per il 2017, possa portare ben poco tonno sostenibile nelle loro scatolette.
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