Achille Serra: “Commissario a Roma? Non ricordo una città che ne abbia mai sofferto…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Novembre 2013 - 11:56 OLTRE 6 MESI FA
L'intervista al Corriere della Sera

L’intervista al Corriere della Sera

ROMA – “Non ricordo una città che abbia mai sofferto di commissariamento…” Achille Serra, ex prefetto di Roma, a palazzo Valentini dal 2003 a settembre 2007, intervistato dal Corriere smentisce il rischio default e rilancia l’idea del commissariamento per l’approvazione del bilancio: “Non ho mai visto una città che abbia risentito dell’arrivo del commissario. E ne ho viste molte: Milano con Ferrante, Bologna con la Cancellieri, l’esperienza di Morcone a Roma. In genere il commissario produce benefici”.

Ecco l’intervista completa:

Meglio l’arrivo di un commissario di Ignazio Marino? 
«Non dico questo. Il sindaco neppure lo conosco… E mi rendo conto delle difficoltà che possa avere Marino specie sul Bilancio: mi pare ci sia un’opposizione molto dura».
Però? 
«Non ho mai condiviso il fatto che, per approvare un Bilancio, ci si debba ridurre proprio all’ultimo».
Esiste un pericolo per l’economia cittadina? 
«Il commissario si fa carico della gestione ordinaria. E i pagamenti alle ditte, ad esempio, rientrano sicuramente nelle sue competenze».
La Capitale commissariata non è una sconfitta per la politica? 
«Per la città no. Per il sindaco… beh, quello sì. Ma quando si arriva coi tempi così stretti, può anche capitare».
Da cittadino, come valuta questi sei mesi della giunta Marino? 
«Si poteva fare molto di più: sul turismo, la pulizia della città, sul rinforzo del corpo di Polizia Municipale».
La pedonalizzazione dei Fori? 
«Sono abbastanza favorevole, ma ci sono pro e contro. Roma è già paralizzata dal traffico e dalle manifestazioni».
E non si può fare nulla? 
«Ci ho provato anch’io, fallendo. Da prefetto, misi tutti intorno ad un tavolo e trovammo l’accordo coi sindacati e i partiti per limitare i cortei in centro. Ma alla prima manifestazione di gruppi autonomi, saltò tutto».
La politica, per lei, è una parentesi chiusa? 
«Nel 2008 mi candidai col Pd perché me lo chiese Veltroni e perché non volevo ancora sedermi in panchina. Ora, sinceramente, non mi dispiace».
E cosa fa? 
«Nulla. Ho solo una collaborazione, gratuita, con la Lega calcio sugli stadi».
Così si occupa della sua più grande passione… 
«Già, anche se col Cagliari per la Roma non è andata benissimo. Aspettiamo il ritorno di Francesco Totti nostro…».