Aereo Milano, perché è precipitato? Il motore non ha preso fuoco prima della caduta

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Ottobre 2021 - 08:28 OLTRE 6 MESI FA
Aereo Milano, perché è precipitato? Il motore non ha preso fuoco prima della caduta

Aereo Milano, perché è precipitato? Il motore non ha preso fuoco prima della caduta FOTO ANSA

L’aereo precipitato a Milano domenica scorsa causando la porte di 8 persone non ha preso fuoco prima della caduta. Nessun incendio a bordo, nessun motore in fiamme. Lo dimostrano le alcune immagini mostrate in esclusiva ieri sera dal Tg3 delle telecamere collocate vicino alla palazzina in ristrutturazione di via Marignano. L’areo Pilatus era guidato dal magnate romeno Dan Petrescu, morto assieme ad altre 7 persone tra cui un bambino di neanche 2 anni.

Il video dell’aereo caduto a Milano

Nel video si vede chiaramente, come era già emerso dai primi accertamenti sui filmati acquisiti, che nessuna parte del velivolo era in fiamme prima che precipitasse. Nessun incendio al motore, dunque, né da altre parti, come avevano riferito alcune persone presenti sul posto. Le immagini delle tre telecamere della zona, acquisite assieme a molti altri filmati nell’inchiesta milanese per disastro colposo, mostrano anche i primi effetti dello schianto al suolo, ossia la nube di fumo e fiamme che si alza. 

Cosa è successo, il Pilatus già dalla partenza virava in modo anomalo

Gli uomini della sala radar si sono accorti che, pochi minuti dopo la partenza da Linate, il Pilatus stava virando verso destra in modo anomalo invece di procedere verso sud. Hanno ricevuto una comunicazione dal pilota, il quale pronunciò la frase “little deviation (piccola deviazione, ndr)”, ma senza il motivo o allarmi specifici. Poco dopo avrebbe chiesto un “vettore”, ossia uno spazio per rientrare verso l’aeroporto. Dopo meno di un minuto la traccia è sparita dal radar perché l’aereo ha iniziato a scendere in picchiata.

Ora ci vorranno circa una ventina di giorni prima di poter estrapolare, con un apposito software, i dati contenuti nel registratore di volo, la cosiddetta scatola nera che è già stata presa in carico dai laboratori tecnologici dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv), titolare dell’inchiesta tecnica di sicurezza, che procede parallelamente a quella della magistratura.