Alatri, massacro Emanuele Morganti. Testimoni: “C’era anche Franco Castagnacci”

Alatri, massacro Emanuele Morganti. Testimoni: "C'era anche Franco Castagnacci"
Alatri, massacro Emanuele Morganti. Testimoni: “C’era anche Franco Castagnacci”

FROSINONE – Emergono nuovi particolari sulla morte di Emanuele Morganti avvenuta venerdì notte all’esterno del locale Miro Music Club di Alatri. Per l’omicidio del 20enne di Tecchiena sono stati fermati i fratellastri Paolo PalmisaniMario Castagnacci. Secondo alcuni testimoni che si trovavano all’esterno del locale, sul luogo del delitto ci sarebbe stato anche il padre di Mario, Franco Castagnacci.

Come racconta a Repubblica Marco Morganti, cugino della vittima,

“all’esterno del locale ho notato un gruppo di persone tra cui ho riconosciuto Emanuele, Mario Castagnacci, Paolo Palmisani, i buttafuori del locale e una persona un po’ più anziana con un maglione bianco che successivamente ho saputo essere Franco Castagnacci, padre di Mario. Emanuele aveva la maglia strappata e un po’ di sangue che gli usciva dalla bocca. Mentre stavamo parlando su cosa era successo dentro il locale, Paolo Palmisani ha cominciato a colpire Emanuele con uno schiaffo in faccia, subito dopo Mario Castagnacci lo colpiva con un altro schiaffo. Ricordo di aver visto Emanuele scappare verso la parte alta della piazza”.

Un’altra testimonianza è quella di Sofia Santoro:

“Emanuele chiedeva spiegazioni ai quattro buttafuori del perché lo avessero allontanato in quanto non era lui che dava fastidio nel locale. Emanuele nella circostanza veniva spinto dai quattro da me riconosciuti all’esterno. Nel contempo, scaturiva una rissa che iniziava dapprima tra Emanuele e i quattro buttafuori, ai quali poi quasi immediatamente si aggiungevano Mario Castagnacci, il padre Franco e altre persone”.

Le altre persone coinvolte nella vicenda e al momento indagate per rissa e detenzione di oggetti atti a offendere, sono i due buttafuori del Miro Music Club che, però, sostengono di essersi limitati a frapporsi tra Emanuele e l’altro avventore, per porre fine alla lite per una questione di precedenza su chi dovesse essere servito per primo al bancone del circolo privato. I bodyguard – come spiega il loro legale – avrebbero quindi accompagnato fuori dal locale il 20enne, il ruolo nella vicenda si sarebbe esaurito in questo solo passaggio. Una tesi che i carabinieri di Alatri e di Frosinone stanno però attentamente verificando incrociando anche le varie testimonianze finora raccolte, sia dentro che fuori dal locale.

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