Gargano, hotel sul torrente. Con l’alluvione crollato come un castello di carte

Alluvione Gargano, hotel sul torrente: "Simbolo abusivismo distrutto"
Alluvione Gargano (Foto Ansa)

PESCHICI – Un albergo costruito allo sbocco della foce di un torrente. Un albergo che con l’alluvione del Gargano del 6 settembre è crollato come un castello di carte. Un simbolo di quello che è un rischio per le case e i campeggi abusivi che sono stati costruiti sulla costa in aeree ad alto rischio idrogeologico.

Lello Parise su Repubblica scrive:

“La foto della pensione bianca che affonda nel fango racconta più di tante parole quanto è disperata l’impresa di demonizzare gli scempi edilizi e con quanta disinvoltura va in scena l’illegalità o si ottengono «permessi da geometri e funzionari pubblici compiacenti» aveva detto l’altro giorno l’assessore della giunta Vendola puntando il dito contro «l’allegra incoscienza di chi chiude un occhio»”.

E tra gli alluvionati c’è rabbia e sconcerto, scrive Parise:

“Lo sconcerto e la rabbia. Un militare spiega che «mentre stavamo cercando di salvare dall’acqua alta il padrone di un campeggio, dall’altro lato della strada il padrone del campeggio accanto si è messo a urlare: “Lascialo morire! Ha violato talmente tante volte le regole orchestrando un abuso dietro l’altro, che se lo meriterebbe”»”.

Inutile cercare di placare gli animi, il discorso resta su quanto si poteva fare negli anni e quanto non è stato fatto, con il sindaco Francesco Tavaglione che ha detto:

“«Basta spendere soldi per gli imprevisti. In questi anni non è stato fatto nulla perché possa essere rallentato il flusso dell’acqua, venuta giù alla velocità di un proiettile. Né una serie di terrazzamenti, né un sistema per raccogliere i rovesci temporaleschi a monte». Manutenzione delle fiumare a parte: «Di quella dovrebbe occuparsi il consorzio di bonifica. Ma si rivela una missione impossibile perfino rimuovere la ghiaia dai greti, perché la soprintendenza non è d’accordo»”.

Franco Gabrielli della Protezione civile incontra l’8 settembre i sindaci dei 14 paesi colpiti dall’alluvione e si dice pronto a dichiarare lo Stato di emergenza, ma intanto si fa il conto dei danni, spiega Nichi Vendola:

“Un territorio abusato. Sì, ci sono costruzioni che impediscono il decorso naturale delle acque. Il mio esecutivo ha la coscienza a posto perché sono stati spesi tutti i quattrini che avevamo a disposizione per la lotta al dissesto idrogeologico. Adesso raschieremo il fondo del barile per salvare il Gargano, che è il cuore della Puglia. Ma questa deve essere l’occasione soprattutto per evitare la toppa sul buco. Siamo l’unica regione d’Italia che ha una legge per finanziare le amministrazioni comunali decise ad abbattere gli sgorbi di cemento»”.

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