Altamura (Bari): parroco di Longarone ucciso nella notte, forse un cacciatore lo ha scambiato per un cinghiale

Pubblicato il 22 Agosto 2010 - 11:36 OLTRE 6 MESI FA

Il cadavere di un prete di 55 anni, don Francesco Cassol, parroco di Longarone (Belluno), è stato trovato nelle campagne di Altamura. Il religioso è stato ucciso con un colpo di arma da fuoco sparato da circa 20 metri di distanza che lo ha raggiunto all’addome: secondo le ultime  ipotesi dei carabinieri, potrebbe essere stato un cacciatore che lo ha scambiato per un cinghiale.

Il prete  aveva organizzato sulla Murgia barese un ritiro spirituale ed era in compagnia di una ventina di giovani. Don Francesco Cassol dirigeva la diocesi di Longarone, nome noto per la tragedia del Vajont: nel 1963, quando cedette la diga, il paese di Longarone fu completamente spazzato via e pagò con 1450 delle 1917 vittime della tragedia. Cassol aveva organizzato il Raid Goum nella Murgia barese dal 18 al 26 agosto. Era a capo di una ventina di giovani con i quali dormiva nei sacchi a pelo nelle campagne di quello che, gli stessi partecipanti, definiscono il ‘deserto pugliese’.

All’inizio si pensava che ad uccidere il religioso fosse stata una persona che non voleva che il prete e i ragazzi si fermassero a dormire nei campi agricoli della Murgia barese. Secondo i carabinieri, che conducono le indagini a 360 gradi, si potrebbe anche trattare di un cacciatore di cinghiali.

L’ipotesi si sta facendo largo nelle ultime ore dopo che i carabinieri hanno trovato il bossolo del proiettile calibro 30.06 (simile al 7.62) trovato dai militari ad una trentina di metri dal lungo in cui  è morto il parroco. L’ipotesi dei carabinieri è che l’assassino, nell’oscurità , ha visto un movimento e ha scambiato il sacco a pelo del sacerdote per la sagoma di un cinghiale, si è appostato e ha fatto fuoco con un fucile automatico. Subito dopo, accortosi forse dell’accaduto, è  fuggito.

Killer fuggito in auto. Don Francesco Cassol è stato ucciso attorno alla mezzanotte, mentre dormiva nel sacco a pelo: il killer si è avvicinato, ha sparato un solo proiettile con un’arma da fuoco ed è fuggito a bordo di un’autovettura. Stando alle prime informazioni raccolte dai carabinieri e dal magistrato inquirente, attorno alla mezzanotte alcuni giovani che dormivano nelle campagne accanto a don Cassol hanno sentito un rumore, hanno visto una persona che si allontanava in tutta fretta e hanno udito a poca distanza il rombo del motore di un’autovettura che si allontanava anch’essa in tutta fretta.

Nessuno però si è alzato e ha pensato di verificare cosa fosse accaduto. Al risveglio alcuni giovani si sono accorti che don Cassol era morto e solo dopo l’arrivo dei carabinieri hanno pensato che il rumore sentito la sera prima potesse essere un colpo d’arma da fuoco. A quanto  è dato sapere, la pallottola ha perforato il sacco a pelo e ha ferito il prete all’addome, uccidendolo in poco tempo. Una più esatta dinamica dei fatti sarà fornita dall’autopsia che sarà compiuta domani dal medico legale dell’università di Bari, Gianfranco Divella.

Don Francesco Cassol si trovava nell’area murgiana con i partecipanti del Raid Goum per la quinta volta consecutiva. L’anno scorso il Raid si era svolto nella prima metà del mese di agosto, dal 5 al 13. I precedenti raduni fatti sulla Murgia si erano sempre svolti senza problemi di sorta né con i coltivatori né con i proprietari di fondi agricoli.

D’altro canto, il terreno in cui si erano accampati i partecipanti al raduno era del tutto incolto.