CATANZARO – Poteva trasformarsi nel colpo del secolo l‘assalto al caveau della Sicurtransport avvenuto domenica sera, 4 dicembre, nella zona industriale di Catanzaro. E invece è stato sventato dalla polizia. I rapinatori sono riusciti a portare via 8 milioni e 100 mila euro, ma hanno dovuto lasciare nel caveau altri 40 milioni di euro, denaro affidato in custodia alla società di trasporto valori da istituti di credito e commercianti della zona.
A disturbare il gruppo di banditi, costringendoli a lasciare il grosso del “malloppo”, sarebbe stata una pattuglia della polizia che, malgrado i “blocchi” messi in atto dai rapinatori, con auto ed altri mezzi posti di traverso sulla carreggiata, è riuscita ad avvicinarsi al capannone che ospita la Sicurtransport.
Notando i lampeggianti della polizia avvicinarsi sempre più, il “commando” di banditi ha esploso una raffica di kalashinikov in aria e si è poi dato alla fuga, non riuscendo così a svuotare completamente il caveau. Il gruppo si è allontanato attraverso una strada sterrata che conduce al fiume Corace. È qui che gli uomini della Squadra mobile hanno trovato una Y10 e un’Alfa 147, le automobili utilizzate dai banditi per allontanarsi dal luogo della rapina.
Le indagini hanno consentito di accertare che le 11 auto incendiate utilizzate dai rapinatori come barricate per chiudere le strade di accesso alla zona del colpo, sarebbero state rubate nei giorni scorsi fuori dalla provincia di Catanzaro.
Grazie alle immagini registrate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza installate in varie zone dell’area industriale, gli investigatori stanno adesso ricostruendo i tasselli della dinamica della rapina, messa in atto con una tecnica paramilitare. Almeno 15 i malviventi entrati in azione, molti dei quali muniti di armi pesanti. Il raid è stato compiuto in tempi rapidissimi, poco più di 10 minuti.
Oltre ad abbattere, con l’ausilio di una ruspa portata sul posto su un rimorchio agganciato ad un camion, la parete esterna del capannone e quella in cemento armato del caveau, i rapinatori hanno tranciato i cavi dell’energia elettrica e reso difficoltose le comunicazioni via radio utilizzando un’apposita apparecchiatura trovata sul posto.
Nelle ultime ore, nel tentativo di acquisire elementi utili per le indagini, la polizia ha sentito come testimoni alcune persone, a cominciare dai due vigilantes che si trovavano all’interno della sala operativa nel momento del blitz. Le indagini proseguono nel più stretto riserbo. Si cerca di capire, tra l’altro, se il gruppo, proveniente probabilmente da fuori regione, abbia potuto contare sull’apporto di basisti e della criminalità locale.
(Foto Ansa)