Inchiesta Bari: Frisullo resta in carcere. Battaglia sulla credibilità di Tarantini

Pubblicato il 26 Marzo 2010 - 16:48 OLTRE 6 MESI FA

Resta in carcere l’ex vice presidente della Regione Puglia Sandro Frisullo. Lo ha deciso il gip del tribunale di Bari Sergio Di Paola, che ha condiviso il parere della Procura sulla compatibilità delle condizioni di salute dell’arrestato con la detenzione carceraria.

Frisullo è accusato di associazione per delinquere e turbativa d’asta nell’ambito di un’indagine sulla gestione degli appalti nella Asl di Lecce.

Il gip ha confermato gli arresti domiciliari al funzionario dell’area gestione del patrimonio della Asl salentina Roberto Andrioli e ha imposto l’obbligo di dimora a Lecce al primario di endocrinologia del ‘Vito Fazzi’, Antonio Montinaro, al quale sono stati revocati gli arresti domiciliari.

Intanto è battaglia tra accusa e difesa sulla credibilità di Gianpaolo Tarantini. L’imprenditore accusa Sandro Frisullo di averlo favorito nell’affidamento di appalti per cinque milioni di euro nella Asl di Lecce in cambio di ‘mazzette’ per 200-250mila euro, di regali vari e delle prestazioni sessuali di tre giovani escort. È quanto emerge dal provvedimento con cui il gip Sergio Di Paola ha confermato la detenzione in carcere per l’ex vicepresidente della giunta regionale pugliese.

Durante l’interrogatorio di garanzia la difesa di Frisullo ha evidenziato – emerge dal provvedimento – «l’omessa indicazione tra gli elementi raccolti nel corso delle indagini» di un passo dell’interrogatorio reso ai pm da Tarantini il 6 novembre 2009 in cui l’imprenditore, contrariamente a quanto ha poi sostenuto, afferma: «Con riferimento ai rapporti con Frisullo ribadisco che non gli ho mai dato soldi né me li ha mai chiesti; gli pagavo donne (De Nicolò, Di Meglio), viaggi, gli ho messo a disposizione il mio autista in più occasioni ma mai soldi…)». In successivi interrogatori Tarantini ha invece confessato di aver pagato a Frisullo uno ‘stipendio’ mensile di 12mila euro per undici mesi e di avergli dato ulteriori ‘mazzette’ in base ai favori ricevuti, oltre a favorirlo con regali e con le prestazioni sessuali di tre escort della sua ‘scuderia’. Secondo il giudice, le copie degli interrogatori indicati dalla difesa sono inserite negli atti trasmessi dai pm al gip assieme alla richiesta di arresto, e sono stati esaminati dal giudice al momento della valutazione della richiesta cautelare per Frisullo.

Tuttavia – annota il giudice confermando la gravità del quadro indiziario e la credibilità di Tarantini – quelle dichiarazioni sono state definite “parziali” dallo stesso Tarantini nell’interrogatorio del 17 novembre 2009 in cui l’imprenditore ha spiegato di non aver voluto rivelare fino a quel momento ai pm «talune vicende dei rapporti da lui instaurati con il mondo della politica e dell’amministrazione delle Asl». Tarantini ha motivato questa sua decisione affermando sia di non voler «pregiudicare definitivamente la posizione di soggetti che ad ogni buon conto» gli avevano consentito di «guadagnare dei soldì», sia per evitare che si sapessero fatti «particolarmente eclatanti sui rapporti tra la politica, l’amministrazione e il mondo delle imprese».