BERGAMO – Per circa un anno ha chattato con quell’uomo, gli ha scritto pensieri arditi e inviato foto in pose osé. Poi, quando ha deciso di incontrarlo ha scoperto l’impensabile: dall’altra parte della tastiera c’era sempre stato suo padre. Accade a Bergamo dove una ragazzina di appena 15 anni si è rivolta ad uno sportello psicologico per cercare di superare il trauma.
A rivelare l’episodio è stata una psicologa che collabora con l’Associazione genitori antidroga (Aga) di Pontirolo Nuovo. Il presidente Enrico Coppola ha raccontato la drammatica vicenda come esempio per denunciare il dilagare del fenomeno del sexting tra i giovanissimi. “Confrontandoci recentemente con una professionista – ha spiegato – che segue uno sportello psicologico nella Bergamasca è emerso il caso di questa quindicenne. Farà molta fatica a superare il trauma subito”.
Da una recente inchiesta dell’Aga sulle nuove dipendenze, tra cui quella da social network, emergono numeri inquietanti: i ragazzi tra i 14 e i 21 anni coinvolti in episodi di cyberbullismo e cybersex, sono in aumento. “Agevolati dal fatto di trovarsi ancora in un mondo virtuale – ha spiegato Coppola – i giovani si sentono più liberi e sicuri, arrivando così in breve tempo a conoscere tutto sul mondo del sesso. In questo modo, però, bruciano i passaggi di una graduale e salutare esperienza diretta. Il mondo del sesso virtuale può portare anche a cattive sorprese”.