Bollettino coronavirus: da settembre dati scorporati tra vaccinati e non vaccinati contro il Covid

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Agosto 2021 - 13:25 OLTRE 6 MESI FA
Bollettino coronavirus: da settembre dati scorporati tra vaccinati e non vaccinati contro il Covid

Bollettino coronavirus: da settembre dati scorporati tra vaccinati e non vaccinati contro il Covid (Foto Ansa)

Bollettino coronavirus, si cambia: da settembre il bollettino del ministero della Salute indicherà i dati scorporati tra vaccinati e non. Così si saprà quanti tra i nuovi positivi al coronavirus Sars-CoV-2, tra i nuovi ricoverati e tra coloro che sono in terapia intensiva ma anche tra i morti è vaccinato o no. 

L’obiettivo, spiegano dal ministero della Salute al Messaggero, è quello di mostrare i rischi per chi non si immunizza e convincere così gli indecisi.

Bollettino coronavirus: dati scorporati tra vaccinati e non vaccinati

“L’idea di fondo è di evidenziare le due epidemie distinte, una degli immunizzati che raramente finiscono intubati e una dei non vaccinati, ma anche prevenire le fake news che si moltiplicheranno quando in autunno le ospedalizzazioni saliranno”, sottolineano dal ministero della Salute, che fa così propria una abitudine già consolidata in Veneto, Sicilia e Campania. 

Fondazione Gimbe: “Ricoveri per Covid dimezzati”

Intanto la Fondazione Gimbe fa sapere che sono dimezzati i ricoveri rispetto alle ondate precedenti. “La stagione turistica estiva l’abbiamo salvata grazie alla campagna vaccinale. La percentuale di ospedalizzazioni è molto inferiore rispetto allo stesso numero di casi delle ondate precedenti, è circa la metà” e “le differenze a livello regionale dipendono da percentuale di over 50 non vaccinati“, ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ai microfoni di Radio Cusano Campus.

Rispetto ai numeri dell’epidemia, afferma, “nelle ultime tre settimane abbiamo assistito ad una sostanziale stabilizzazione dei contagi. La percentuale di ospedalizzazioni è molto inferiore rispetto allo stesso numero di casi delle ondate precedenti, è circa la metà. Questo vuol dire che il vaccino funziona”.

Vaccini, contagi e differenze regionali

Le “differenze regionali importanti” che si osservano, aggiunge, “dipendono dalla copertura vaccinale e dalla percentuale di over 50 non vaccinati. La Sicilia ha la quota più alta di over 50 non vaccinati, mentre la Puglia la più bassa e la differenza si vede”.

Quello che preoccupa di più, in vista dei prossimi mesi, è “l’emergere di nuove varianti e anche il potenziale calo della copertura vaccinale. La protezione – spiega – rimane molto alta per ricoveri e decessi, mentre sul contagio stiamo iniziando a vedere un lieve calo della protezione”.

Altra preoccupazione è quella legata “ai 3 milioni e mezzo di over 50 non ancora vaccinati: questo si può tradurre in un numero più alto di ospedalizzazioni che può determinare nuove chiusure, anche se è verosimile che non ci siano più chiusure come quelle viste in passato”. Per questo, conclude Cartabellotta, “è giusto ragionare sull’obbligo vaccinale”.