Bologna-Autostrada: gli ustionati molti perché lì fermi a far foto, video e selfie

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 8 Agosto 2018 - 10:30 OLTRE 6 MESI FA
Bologna Borgo Panigale: gli ustionati molti perché lì fermi a far foto, video e selfie

Bologna-Autostrada: gli ustionati molti perché lì fermi a far foto, video e selfie (foto Ansa)

ROMA – Bologna-Autostrada, sul ponte il tamponamento c’è già stato, il primo incendio c’è già, è già un maxi incidente e ci sono fiamme e fumo. Non è ancora esplosa la cisterna anche se le fiamme la circondano. Fiamme e fumo e incidente attirano sguardi. Mano agli smartphone, molti non si allontanano, anzi. Restano a guardare [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play].

Due testimonianze di questo comportamento, quella di un Carabiniere. E’ nel corridoio d’ospedale, la testa fasciata, raggiunto da una telecamera di un Tg racconta: “Dicevamo di allontanarsi, non ci davano retta. Avevamo la sensazione che la cisterna potesse esplodere, dicevamo via, via. Non ci ascoltavano. Molti restavano lì o si allontanavano lenti”. Lenti, quasi di malavoglia. Allontanarsi era catturare immagini peggiori, era non essere primi e meglio nell’impossessarsi delle immagini dell’incidente fuoco e fiamme.

Poi la testimonianza del proprietario di un bar là, proprio sotto quel ponte di autostrada. Racconto secco: “Tutti quelli che erano qui fuori a fare foto si sono bruciati”. Quelli fuori,fuori del suo bar. Fuori perché mentre le fiamme avvolgevano la cisterna in molti restavano, andavano fuori. A vedere, guardare e soprattutto a fare foto, video. A impadronirsi per via di immagini dell’evento.

Il risultato, la risultante di cronaca è che molti, i più, dei feriti e degli ustionati sono tali soprattutto perché sono rimasti lì fermi a far foto e video e selfie. O perché, per far foto, video e selfie, si sono allontananti lentamente.

Bologna-Autostrada insegna, documenta di una modifica in atto dei comportamenti sociali. A Bologna-Autostrada non vince e non domina l’istinto di sopravvivenza. O almeno questo deve fare i conti con quello che è ormai altro comportamento immediato e istintivo: filmare. Realizzare foto, video, magari anche selfie è la modalità attraverso la quale la gente, molta gente, usufruisce dell’esperienza che sta vivendo. E’, insomma, la modalità con cui si vive quel che si sta vivendo.

Ed è una modalità forte, quasi totalizzante. Comunque in grado di fermare, spegnere la reazione di sopravvivenza alla fuga immediata. Bologna-Autostrada, molti non scappavano, restavano a guardare, filmare. I Carabinieri dovevano spingerli via, recalcitravano. E del bar uscivano a fare pubblico all’evento.

Una modalità che ha ridotto la percezione del pericolo, fin quasi ad annullarla. Una modalità-pulsione che rende in qualche modo impermeabili alla realtà empirica e iper sensibili alla rappresentazione per immagini. Lo si è visto su quell’autostrada, lo si vede in molti altri altrove dell’agire qui e oggi della cosiddetta gente.