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Borsellino, l’audio del 1984: “Scorta solo di mattina così posso essere ucciso la sera” AUDIO

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Paolo Borsellino in una foto Ansa

ROMA – “Che senso ha essere accompagnato la mattina per poi essere libero di essere ucciso la sera?”. A domandarlo era Paolo Borsellino davanti alla Commissione antimafia 35 anni fa, in un breve video proiettato oggi in Senato. Il magistrato lamenta di avere la scorta solo la mattina, per mancanza di autisti giudiziari; lamenta anche la mancanza di segretari e dattilografi “ne abbiamo bisogno per tutto l’arco della giornata”, diceva Borsellino davanti alla commissione parlamentare antimafia, era il 1984, il pool stava preparando il primo maxi processo alle cosche.

Nell’audio si sente Borsellino dire: “Desidero sottolineare la gravità dei problemi che dobbiamo continuare ad affrontare… Di pomeriggio, è disponibile solo una macchina blindata. Pertanto io, sistematicamente, il pomeriggio mi reco in ufficio con la mia automobile e ritorno a casa alle 21 o alle 22. Con ciò riacquisto la mia libertà, però non capisco che senso abbia farmi perdere la libertà la mattina per essere poi libero di essere ucciso la sera”.

Oggi la commissione parlamentare antimafia ha recuperato tutte le parole di Borsellino a Palazzo San Macuto, pronunciate in varie audizioni, fra il 1984 e il 1991. Alcune audizioni era ancora segrete e sono state declassificate. Un archivio che è stato digitalizzato ed è confluito su un unico sito web all’interno del portale del Parlamento.

Le prime reazioni.

“Tutto quello che avviamo oggi è un ulteriore segnale di democratizzazione del Paese”, spiega il presidente della Commissione, Nicola Morra, presentando l’iniziativa in Senato. “Abbiamo ascoltato gli audio del 1984, registrati a Palermo, Borsellino già ragionava sulle difficoltà di portare avanti un processo con numeri enormi. Non sempre le sue richieste vennero pienamente soddisfatte. Con la sua ironia tipica il magistrato dice “sono libero di essere ucciso, siamo quattro a dover essere portati ma abbiamo una sola auto blindata”. 

Polemico il fratello del magistrato ucciso in via D’Amelio. “In quella strage mio fratello è stato ridotto ad un tronco carbonizzato senza più le gambe e le braccia, i pezzi di quei ragazzi sono stati raccolti uno ad uno e messi in delle scatole per poi essere identificati, separati e racchiusi in delle bare troppo grandi per quello che restava di loro. Ora, a 27 anni di distanza, non posso accettare che i pezzi di mio fratello, le parole che ha lasciato, i segreti di Stato che ancora pesano su quella strage, vengano restituiti a me, ai suoi figli, all’Italia intera, ad uno ad uno. E’ necessario che ci venga restituito tutto, che vengano tolti i sigilli a tutti i vergognosi segreti di Stato ancora esistenti e non solo sulla strage di Via D’Amelio ma su tutte le stragi di Stato che hanno marchiato a sangue il nostro Paese”. Così Salvatore Borsellino in una lettera inviata al presidente Morra declinando l’invito a partecipare alla conferenza stampa di presentazione degli audio.

(Fonte Ansa e Repubblica, Agenzia Vista /Alexander Jakhnagiev).

 

 

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