Cancelli Faac, Manini nel testamento: “Mio impero alla Chiesa”. Eredi contestano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Ottobre 2013 - 06:00 OLTRE 6 MESI FA

Cancelli Faac, Manini nel testamento: "Mio impero alla Chiesa". Eredi contestanoROMA – “Lascio tutto alla Curia di Bologna. Questo recita il testamento di Michelangelo Manini, il patron dei cancelli Faac morto il 17 marzo 2012. Un testamento che vale 1,1 miliardi di euro per la Curia, degli 1,7 miliardi totali del patrimonio. Testamento che i parenti di Manini hanno impugnato e che giudicano falso. Ma il 4 ottobre i Ris confermano: il testamento in possesso del cardinale Carlo Caffara, arcivescovo di Bologna, è autentico e “olografo”, scritto da Manini di suoi pugno.

I parenti però non ci stanno e dichiarano battaglia sull’ereditè, spiega Filippo Manvuller su Libero:

“Sull’eredità contesa, infatti, pesano un’inchiesta con tre ipotesi di reato, un sequestro, inquietanti fatti di cronaca. Roba da romanzo giallo: addirittura nel giugno scorso lo studio del legale della curia, Andrea Moschetti, fu violato dai ladri. Nessun danno, niente di prezioso sottratto. Ma su quell’episodio rimane l’ombra del sospetto, che parla di spionaggio e intimidazioni. C’è di più. Tre legali risultano indagati per tentata estorsione ai danni della Curia. Secondo le accuse, avrebbero fatto pressioni indebite per arrivare a un accordo, subito rispedito al mittente dal cardinal Caffarra”.

Non solo un patrimonio miliardario quello dei cancelli Faac, ma un’impresa da mandare avanti a cui né eredi, né Curia intendono rinunciare:

“La guerra ha una posta in gioco parecchio alta. Al centro c’è infatti la possibilità di mettere le mani su un patrimonio che conta migliaia di dipendenti, dodici stabilimenti, ventiquattro filiali. Insomma: una «potenza» industriale mondiale. Per ottenerla i parenti dimostrano grande determinazione, ma il cardinal Caffarra non è da meno”.

Gian Luigi Nuvoli, economo dell’arcidiocesi di Bologna, spiega perché il cardinale Caffara non ha intenzione di rinunciare all’eredità:

“La sua scelta di rifiutare accordi nasce – come spiega l’economo dell’arcidiocesi, Gian Luigi Nuvoli – «dal rispetto delle volontà del defunto» proprietario. Cioè: «Mantenere la Faac a Zola Predosa (Bologna, ndr) e utilizzarne gli utili per lo sviluppo dell’azienda e per le opere di bene»”.

E se i parenti annunciano battaglia anche ai pm:

“«la perizia dei Ris l’ha avuta prima la stampa e noi siamo ancora in attesa», ed esibiscono il responso di un professionista da loro incaricato, che smentisce il lascito alla Curia”.

L’arcivescovo Caffara sulla perizia già esulta:

“«Suoneremo le campane della basilica di San Pietro, la nostra cattedrale». E aggiunge: «Pensavamo e credevamo di essere nel giusto e oggi ne abbiamo avuto la conferma»”.