Case e affitti alle stelle: il 60% dei giovani resta con i genitori

Pubblicato il 8 Ottobre 2011 - 16:39| Aggiornato il 9 Ottobre 2011 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il rincaro degli affitti e dei prezzi delle case frena i giovani. Diminuiscono negli anni coloro che riescono a mettere su una propria famiglia. Il 60% degli italiani tra i 18 e i 34 anni (negli anni ’80 erano meno del 50%) vive infatti a casa con mamma e papà e la percentuale sale al 90% per gli under 24.

Lo evidenzia uno studio degli economisti Francesca Modena (Università di Trento) e Concetta Rondinelli (Banca d’Italia) diffuso da Bankitalia. Un po’ il fenomeno è ”peculiare dell’economia italiana”, un po’ pesa il ”lavoro inadeguato” ma il 26% dei giovani più che per scelta in realtà sembra avere serie ”difficoltà a trovare un’abitazione” a misura del proprio reddito.

I fortunati che sono riusciti a salutare i genitori e ad andare ad abitare sotto un proprio tetto in realtà lo devono, nel 30% dei casi, paradossalmente ancora a mamma e papà. Per un giovane su tre la casa di proprietà arriva infatti o grazie ad una eredità o ad una donazione dei propri cari.

I più sfortunati sono i giovani che oggi hanno tra i 29 e i 35 anni perchè nel momento in cui potevano spiccare il volo con le proprie ali, tra i 22 e i 29 anni, hanno ”subito gli effetti della marcata ascesa dei prezzi delle case e degli affitti”. Ma quanto pesa il rincaro degli immobili nell’autonomia delle giovani generazioni? Attraverso complicate formule matematiche le due studiose calcolano che ”un aumento delle quotazioni immobiliari di circa 700 euro al metro quadro riduce la probabilità di lasciare la famiglia di origine di circa mezzo punto percentuale per gli uomini e di oltre un punto percentuale per le donne”.

E ancora: il 10% di aumento del costo delle case riduce la propensione a lasciare la casa dei genitori della stessa proporzione. La sequenza per passare all’età adulta in Italia vede una serie di passaggi: la fine degli studi, la ricerca di un lavoro stabile, il matrimonio o la convivenza.

”Mediamente passano sei anni tra la prima esperienza di lavoro e il momento in cui i giovani lasciano la casa dei genitori”, si rileva nell’analisi. ”Considerato che la recente crisi globale ha ridotto sia le possibilita’ di occupazione per i giovani sia i redditi delle famiglie, maggiori investimenti sono necessari nei progetti di social-housing”, conclude lo studio.