Case popolari Bologna, affitto 120 € a mese. Rifiutate perché “non ci piacciono”

Case popolari, affitto 120 euro al mese. Rifiutate perché "non ci piacciono"
Case popolari, affitto 120 euro al mese. Rifiutate perché “non ci piacciono”

BOLOGNA – Una casa popolare appena ristrutturata, con porta blindata, videocitofono e doppi vetri alle finestre. Il costo? Di 120 euro al mese in media. E c’è chi, anche di questi tempi, non la vuole perché non è di suo gradimento. 120 euro è la media tra i 50 euro al mese per gli alloggi più piccoli fino a 300 euro al mese per un appartamento da 80 metri quadri. Questa l’offerta del Comune di Bologna che ha ristrutturato delle palazzine degli anni Trenta. Peccato che di 130 famiglie contattate, e in cima alla graduatoria per una casa popolare, 110 hanno rinunciato e 10 ci stanno pensando. Per alcuni la zona non è abbastanza bella e troppo periferica, per altri la mancanza del balcone le rende inabitabili.

Insomma dei 55 alloggi ristrutturati, e costati 5,5 milioni di euro al Comune di Bologna, solo 45 sono stati affittati, spiega Franco Giubilei su La Stampa. Riccardo Malagoli, assessore alle politiche abitative, spiega a La Stampa che le prime 130 famiglie di una lista di 6500 in graduatoria sono state chiamate e molti hanno riunciato:

“«Su 130 famiglie convocate per l’offerta hanno accettato solo in dieci, altre 10 ci stanno pensando mentre tutte le altre hanno rifiutato. Non le hanno volute per motivi banali; in sei casi perché gli appartamenti sono senza balconi, poi ci sono quelli a cui non piace la zona, nonostante sia servita bene dai mezzi e sia non lontana dal centro, e poi quelli che vorrebbero l’alloggio al pian terreno.

E’ vero che hanno potuto vederli solo sulle planimetrie, perché i lavori non erano ancora finiti, ma noi ci siamo imposti di fare il più presto possibile proprio perché l’emergenza casa è grave»”.

Malagoli ha poi aggiunto:

“«A Bologna c’è una grande necessità di abitazioni pubbliche e i prezzi che abbiamo stabilito sono assolutamente sopportabili. I requisiti per accedere agli alloggi sono un reddito familiare inferiore ai 36 mila euro, e un punteggio basato su malattie, handicap o altre difficoltà. La procedura prevede che a ogni assegnatario siano mostrate tre soluzioni ma anche alla luce di questi episodi proporremo di cambiare il regolamento, ammettendo il rifiuto solo per motivi seri e non perché “non mi piace la zona”…».”

Per Mauro Colombarini, segretario Sunia, le cose non stanno come riferito dal Comune:

“«Temo che aver fatto scegliere gli appartamenti solo sulle planimetrie sia un boomerang . Ho parlato con alcuni assegnatari che non hanno accettato: si tratta di due famiglie con disabili in carrozzina. Non avendo potuto prendere visione degli alloggi, la gente nel dubbio si è rifiutata. C’è anche il tema della zona: magari c’è chi ha il bambino iscritto a scuola in tutt’altra parte della città. E poi c’è il fatto della scelta, che normalmente è su tre appartamenti»”.

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