Coronavirus. “Con chiusura scuole abbiamo salvato 3/4 dell’Italia”

di Daniela Lauria
Pubblicato il 30 Marzo 2020 - 08:44 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus, Cts: "Con chiusura scuole abbiamo salvato 3/4 dell'Italia"

Coronavirus, Cts: “Con chiusura scuole abbiamo salvato 3/4 dell’Italia” (Foto Ansa)

ROMA – Con la chiusura delle scuole abbiamo salvato i tre quarti dell’Italia dal coronavirus. Lo sostiene Luca Richeldi, pneumologo del Policlinico Gemelli di Roma e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts) del ministero della Salute.

In particolare, ha spiegato Richeldi dopo la conferenza stampa alla Protezione civile, si è preservato così “il centro Sud, da una diffusione del coronavirus analoga a quella delle regioni più colpite del Nord”. “I bambini – ha aggiunto – sono un notevole vettore di contagio”.

“Il ministro della Salute e il presidente del Consiglio hanno chiuso le scuole nonostante i bambini non fossero colpiti dal virus – ha osservato Richeldi – (in quel momento) c’erano un po’ di casi a Codogno e un po’ di casi a Lodi, avevano chiuso lì” con l’istituzione delle zone rosse.

Questo nonostante “una impreparazione inevitabile iniziale: i primi dati molecolari ci dicono che circolasse in Italia i primi giorni di gennaio e il primo caso diagnosticato è del 20 febbraio. Eravamo impreparati, non è colpa di nessuno ed è inutile recriminare”. Secondo lo pneumologo “ci siamo trovati di fronte a una situazione senza precedenti, a un virus sconosciuto fino a 3 mesi fa”.

“Covid non c’era, non era stato segnalato in alcun Paese extra Cina. Quando è arrivato, il sistema ha dovuto prepararsi in maniera straordinariamente rapida a un evento catastrofico, su una popolazione molto piccola”, ha spiegato.

“Fortunatamente, le misure del governo hanno dato tempo anche agli altri. Ci siamo trovati di fronte a un’emergenza sanitaria che è stata catastrofica, imprevedibile, ed ha impattato su una popolazione anziana e fragile. Se non avessimo il sistema sanitario che abbiamo, se non avessimo chiuso le scuole, forse davvero avremmo avuto i numeri delle grandi epidemie del passato. E rimane il punto interrogativo su quanti morti ci siano stati in Cina”. 

Oggi, “ci sono costantemente meno decessi e meno ricoverati in terapia intensiva, che sono quelli a maggiore rischio di morte: il trend degli ultimi giorni ci fa ben sperare. Abbiamo rallentato il dramma di queste settimane”, ha aggiunto l’esperto sintetizzando il cauto ottimismo per i dati dell’emergenza in Italia.

L’ultimo bollettino registra 3.815 malati in più (totale 73.880) e un incremento di 756 vittime, che porta il bilancio sempre più pesante a 10.779 morti (sabato l’aumento era stato di 889). Mentre in terapia intensiva si trovano ora 3.906 malati, solo 50 in più rispetto a ieri. Un dato ritenuto significativo come quello dei guariti, che non sono aumentati come sabato ma hanno comunque subito un incremento significativo di 646, che porta il totale a 13.030.

Ed è proprio la tendenza incoraggiante degli ultimi giorni, nonostante le cifre sempre impressionanti dei decessi, a spingere il governo e tutti gli esperti all’appello a non mollare la presa sulle misure di contenimento. “Siamo ancora nel pieno dell’epidemia – dice il ministro della Salute Roberto Speranza – Sarebbe un grave errore abbassare la guardia proprio ora”.

L’altro ministro Francesco Boccia conferma che “le misure in scadenza il 3 aprile inevitabilmente saranno allungate”. Il premier Giuseppe Conte sentirà già dalle prossime ore il Cts, che però ha già detto chiaramente qual è la sua posizione. “Sarebbe da matti non prorogarle, squadra che vince non si cambia”, ribadisce Richeldi.

Insomma, la serrata va mantenuta ancora per settimane. Secondo il professore del Policlinico Gemelli di Roma, nel numero delle vittime e dei ricoverati in terapia intensiva “ci sono grandi cambiamenti nell’ordine del 10-15%”, segno che il contenimento sociale e la quarantena funzionano. “I nostri comportamenti salvano vite”, aggiunge, “visti i risultati dobbiamo essere ancora più convinti nel rispetto delle misure”.

L’aumento dei malati di Covid 19 in Italia è di poco più di 160 casi rispetto alla crescita di ieri e si inscrive in quello che appare un trend: l’incremento giornaliero è intorno al 6% da alcuni giorni, mentre una settimana fa era al 10,38%. Si è insomma dimezzato l’incremento dei contagiati negli ultimi 10 giorni.

Fonte: Ansa