Coronavirus, fase 2 fuori casa: una vita in fila e a turni

ROMA – Un futuro, almeno quello prossimo, fatto di file e di turni. Un futuro di distanze di sicurezza, mascherine e guanti da portare sempre con sé. E’ il futuro che ci aspetta, a partire dall’agognata fase 2 dell’emergenza coronavirus, perché se appare oramai chiaro che la “normalità” la rivedremo e rivivremo quando ci sarà un vaccino, è altrettanto lampante che fino ad allora vivremo un tempo in cui le nostre vecchie abitudini andranno dimenticate.

“Si comincia a vedere la discesa” è l’annuncio e la speranza che arriva dagli ultimi dati snocciolati nella liturgica conferenza stampa diventata ormai momento cardinale delle giornate degli italiani. E allora più attenzione si dedica al cosa faremo dopo, al quando potremo riaprire o almeno allentare la stretta che tiene chiusa l’Italia ormai da oltre un mese.

Scuole a parte, che fino a settembre non riapriranno e che alcuni consigli vorrebbero tenere chiuse anche allora, l’idea è quella di ripartire per fasi. Da dopo Pasqua a metà maggio. Prima sbloccando alcune realtà produttive, non essenziali ma a basso rischio, sempre e comunque privilegiando lo smart working, e poi, gradualmente, lasciando riuscire gli italiani. Ristoranti, discoteche e cinema resteranno ancora preclusi per un po’ ma la via disegnata è questa.

Ma come riusciremo, cosa faremo e soprattutto come ci comporteremo quando questo accadrà? Alcuni, moltissimi rispetto a quel che accadeva prima, continueranno a lavorare da casa tra computer, stampanti e compiti dei bambini. Chi uscirà, per andare a lavoro, a fare la spesa o una passeggiata metterà piede invece un mondo diverso.

Al lavoro, in ufficio ci saranno meno colleghi perché le presenze – quando indispensabili – saranno scaglionate e gli uffici stessi saranno più grandi o meno affollati, perché andrà sempre rispettato il metro minimo di distanza. Metro che andrà rispettato ovunque: in ufficio ma anche al supermercato, dal tabaccaio come in cartoleria… Turni quindi per andare al lavoro e turni per andare dal parrucchiere dove si dovrà sempre prendere appuntamento e non essere mai in più di due persone all’interno del salone.

E poi file, file lunghissime. E distanti. Non perché scatterà una pur comprensibile voglia di aria aperta, ma perché per tenere le distanze e per non affollare i locali ci dovremo abituare a quei serpentoni che in molti hanno visto in questi giorni davanti a supermercati e farmacie.

Tra turni e file tutti noi avremo, e anzi già abbiamo, quelli che saranno gli accessori indispensabili per l’uomo e la donna al tempo del coronavirus: mascherine e guanti. Abbiamo, o almeno lo hanno fatto in molti, guardato male per anni gli orientali che giravano per il mondo con quelle ridicole mascherine sul volto, e ora non possiamo farne più a meno nemmeno noi.

Non diventeranno forse obbligatori per legge – almeno all’aperto – ma già sono obbligatori socialmente, mentre sarà poi indispensabile averli per entrate nei negozi e in tutti i luoghi pubblici. Questa sarà la fase 2.

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