ROMA – Coronavirus: lockdown estremo, da lunedì mattina l’intero sistema produttivi italiano entra in uno stato di animazione sospesa. Ferme, chiuse fino al 3 aprile (almeno) tutte le fabbriche e tutte le attività lavorative che non siano indispensabili alla sopravvivenza. Dunque aperti alimentari, supermercati, farmacie, para farmacie, edicole, tabaccai e ferramenta. Il resto chiude.
In termini di serrande e negozi aperti o chiusi, da lunedì non cambia molto. Cambia moltissimo quel che c’è dietro negozi aperti o chiusi. Da lunedì le linee di produzione, gran parte dell’industria del paese chiude. Il danno in termini economici è letteralmente incalcolabile, si può solo immaginare grandissimo se non gigantesco.
Ma 793 morti in un giorno, è questo il numero, è questo l’ordine di grandezza, è questa la contabilità della strage di anziani in corso che di fatto hanno deciso il lockdown estremo. Governatori di Regioni, ministri, presidente del Consiglio tutti via via sono stati spinti da 793 morti in un giorno e quasi 54 mila contagiati in un mese e più di quattromila morti in totale (ad ieri). Spinti su un piano inclinato verso il lockdown estremo, verso il tutto chiuso salvo quello che serve per mangiare e per non far mancare nelle case luce, gas, medicine.
Piano inclinato, piano obbligato. Ma il decidere, il dover decidere il tutto chiuso è purtroppo figlio di qualcosa che non è riuscita, di qualcosa che, se non riesce, non se ne esce. L’obiettivo, la, se così si può dire, medicina sociale ferma coronavirus è il distanziamento universale, totale tra umani. Distanziamento perché coronavirus cammina, si sposta con noi. Il distanziamento totale o quasi, non ce l’abbiamo fatta.
Esitazioni, in buona parte comprensibili, del governo. Cui aggiungere qualche impraticabilità materiale. Cui aggiungere l’incoscienza ignorante di una parte (minoritaria ma non infima) della popolazione. Non ce l’abbiamo fatta a realizzare tassi elevato di distanziamento. Quindi, non senza un elemento di disperazione, si cerca ora di arrivare al distanziamento (che è quel che conta) tramite lockdown estremo.