Coronavirus, sacchi dei rifiuti come camici e pellicola sulle braccia. La denuncia degli infermieri di Torino

di Daniela Lauria
Pubblicato il 13 Marzo 2020 - 12:49 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus, sacchi dei rifiuti come camici e pellicola sulle braccia. La denuncia degli infermieri di Torino

Coronavirus, sacchi dei rifiuti come camici e pellicola sulle braccia. La denuncia degli infermieri di Torino (Foto Nursind)

TORINO – Sacchi dei rifiuti utilizzati come camici e pellicola trasparente da cucina per coprirsi le braccia. Così sono costretti a lavorare gli infermieri in alcuni ospedali della provincia di Torino, in piena emergenza coronavirus. A dare l’allarme è il sindacato degli infermieri Nursind di Torino.

“Dopo aver segnalato nei giorni scorsi ai Nas e alla Procura la grave carenza di dispositivi di  protezione individuale – spiega il segretario provinciale Giuseppe Summa – oggi abbiamo scritto al ministro della Salute e al presidente del Consiglio, perché non è più ammissibile che il personale infermieristico e di supporto metta a rischio la propria salute e quella dei suoi cari”.

Il sindacato ha pubblicato quattro fotografie scattate in alcuni ospedali della provincia di Torino, che mostrano gli infermieri utilizzare sacchi dei rifiuti e pellicola trasparente per proteggersi dal rischio contagio. “Le mascherine continuano a scarseggiare – denuncia Summa – abbiamo segnalazioni di infermieri che la conservano per il giorno successivo, ma ovviamente non hanno più nessuna efficacia. Siamo seriamente preoccupati perché molti colleghi sono positivi e stanno male, addirittura un dipendente è ricoverato in terapia intensiva ed è intubato”.

“Siamo inoltre furibondi perché abbiamo scoperto che un membro asintomatico della direzione di un noto ospedale torinese si è recato in pronto soccorso per fare il tampone, che è stato eseguito immediatamente, mentre ci sono infermieri che finiscono nella terra di nessuno”.

“Abbiamo diversi colleghi che aspettano da giorni – prosegue – anche dieci, di ricevere notizie sul proprio referto o di essere chiamati per effettuare il tampone. Nonostante scrivano al proprio servizio igiene o alla propria azienda, non ricevono risposte”.

“Anche per questo oggi abbiamo inviato una lettera a tutti gli uffici igiene, alle aziende e all’unità di crisi regionale. Comprendiamo che il momento è difficile e delicato, ma proprio per questo chiediamo massima tutela. Chi si prenderà cura degli infermieri?”.

Fonte: Agi