Il Corriere: “L’ex vicecapo dei servizi La Motta e i contatti con la camorra”

Pubblicato il 27 Maggio 2013 - 13:29 OLTRE 6 MESI FA

Francesco La MOtta (Foto Lapresse)

ROMA – Due intermediatori finanziari vicini alla camorra incontrati “con cadenza settimanale”, scrive il Corriere della Sera. Nuove accuse contro Francesco La Motta, ex prefetto ora in pensione, dal 2006 vicedirettore del Sisde poi diventato Aisi, il servizio segreto civile. Ecco cosa scrive il Corriere della Sera:

Anche sulla rubrica sono in evidenza, annotati a mano, i contatti di due broker: un intermediatore finanziario, suo parente, Eduardo Tartaglia e Rocco Zullino, svizzero di natali francesi, al vertice della Hottinger et Associés di Lugano. Entrambi sono stati arrestati su indagine dei pm della dda di Napoli Antonello Ardituro, Marco Del Gaudio e Cristina Ribera per aver riciclato soldi per conto del clan Polverino, una cosca potente e a vocazione imprenditoriale.

DUE FILONI – I filoni di indagine che riguardano La Motta – direttore del Fec dal 2003 fino al 2006, quando è stato nominato vice direttore del servizio segreto civile, il Sisde diventato Aisi nel 2007 -, sono due: il primo riguarda aiuti e soffiate ad esponenti del clan Polverino; il secondo, di competenza della procura di Roma e del pm Paolo Ielo, riguarda un ammanco di 10 milioni di euro dalle casse del Viminale relativi ai conti Fec (come riportato sul Corriere della Sera in un pezzo di Fiorenza Sarzanini il 13 maggio scorso) e cioè quelli del fondo per gli edifici di culto attraverso il quale il ministero dell’Interno amministra e tutela un enorme patrimonio artistico in tutt’Italia. Secondo le indagini questi soldi sarebbero stati investiti in Svizzera, proprio presso la Hottinger e poi sarebbero spariti.