“Minori che lavorano nella stiva”, la Concordia e il “nodo” clandestini

Pubblicato il 3 Febbraio 2012 - 17:44 OLTRE 6 MESI FA

Foto LaPresse

ISOLA DEL GIGLIO (GROSSETO) – “Ci contatta il signor (omissis) riferendo che sulla Concordia ci sono ragazzi di età compresa tra i 13 e i 16 anni che effettuano lavori di facchinaggio e hanno dormitori nella stiva”. La sera dopo il disastro della Concordia, quando ancora sono in pieno svolgimento le operazioni di recupero e soccorso, all’Ufficio circondariale marittimo di Porto Santo Stefano arriva una telefonata. È il 14 gennaio e sono le 20,15.

Proprio da quella conversazione sui minori che lavorano nella stiva, viene approfondita dai magistrati, coordinati dal procuratore capo Francesco Verusio. Nei prossimi giorni sarà probabilmente chiamato in caserma l’uomo che ha fatto quella chiamata. Questo particolare si è incrociato, sin da subito, con la lista dei membri dell’equipaggio che risulta essere agli atti.

La lista, scritta a mano il giorno dopo il naufragio, dà contezza dei sopravvissuti del personale di bordo: accanto al nome e al cognome viene trascritta anche la data di nascita. Ci sono oltre venti pagine scritte a mano. Ma sono tre le pagine alle quali mancano le dati di nascita. Al momento una semplice disattenzione, dovuta all’emergenza e alla mole di dati da registrare, che però gli inquirenti osservano con estrema attenzione.

Il giallo di presunti clandestini all’interno della nave fu evocato la prima volta dallo stesso capo della Protezione Civile Franco Gabrielli, che il giorno dopo però fece una specie di retromarcia sulla sua dichiarazione che aveva sollevato un vespaio di polemiche. Ma che le eventuali problematiche dei contratti lavorativi stiano a cuore degli inquirenti, lo dimostra il fatto che gli stessi finanzieri di Grosseto abbiano chiesto di occuparsi di questo aspetto.

Immediata la replica della compagnia Costa Crociere: “Le accuse mosse alla compagnia di utilizzare forme di lavoro nero o minorile sono ignobili. Costa è certificata SA8000 ed è stata la prima azienda di navigazione al mondo che si è sottoposta volontariamente alla certificazione di responsabilità sociale. Dal 2004 Costa Crociere ha ottenuto questa certificazione che garantisce massima tutela in materia di: lavoro minorile, non solo per la Compagnia, ma anche per i fornitori, che devono certificare che non utilizzano lavoro minorile; parità di genere, parità di religione, parità di etnia e parità di paga per il tipo di lavoro svolto”.